martedì 26 maggio 2009

60 anni oggi

oggi il mio paparino compie 60 anni, da 31 è in Italia... a volte mi chiedo chi glielo abbia fatto fare, altre credo che se lo chieda pure lui...


ad ogni modo, il poverino è circondato dalle sue 3 donne, e ci deve sopportare a tutte e tre, perchè una se l'è scelta e le altre due sono sangue del suo sangue...


stamattina ha fatto il suo solito servizio sveglia, si è avvicinato al mio letto e mi ha detto l'ora, e se mi volevo svegliare... risposta? un "dammi ancora 5 minuti" in svedese, un mugugno in realtà, facilmente interpretabile in qaualsiasi lingua... al secondo giro la risposta è stata, bofonchiata con la bocca sul cuscino, "ma qualcuno ti ha fatto gli auguri?", "sì, mamma!" e ti pareva che la sua coinquilina di letto mi batteva? io non c'ho più il fisico di una volta per svegliarmi all'alba e fare un dolce, poi con questo caldo al massimo gli portavo la zuccheriera con sopra una candelina!!!


ad ogni modo, mentre finivo di preparami, gli sono stati dati i regali, mia madre aveva preso due cose da parte "delle ragazze", sì, da parte mia e di mia sorella, a quel punto mi sono sentita molto bambina, quando i miei genitori si scambiavano i regali aggiungendo i regali "dalle bambine", in più c'era un regalo "extra" da parte di mia sorella...


devo dire che dopo aver visto i regali da "parte delle ragazze" ho compreso perchè mio padre poi finisce che inizia ad avere le "voglie", ed a sbavare per aggeggi vari (non ultima la canon eos 5d che in teoria era ed è il regalo di compleanno/natale e non so per quale altra occasione), nelle due buste c'erano una borsa a borzello (in sostituzione della sua borsa ormai sfondata) ed un paio di pantofole... beh... che tristezza! per i 60 anni ci voleva qualcosa col botto! (la macchina fotografica, lo so...)


in compenso, mentre uscivo, padre e sorella ammiravano il regalo da parte della sorellina... un lp (passione che hanno in comune) dei "jefferson airpplanes", ancora immacolato ed avvolto nel cellophane...


sono uscita di casa dicendogli: "certo che questo va lasciato così, eh? sennò è un peccato!!" so di aver instillato in loro un forte dramma: aprire per ascoltare o tenerlo così da collezione??


vi lascio con una canzone che dedico al mio papà, perchè è tra le sue preferite, nonchè tra le mie!!!


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=BFaT69CyyKU&hl=it&fs=1&color1=0x402061&color2=0x9461ca]

lunedì 25 maggio 2009

scontro di civiltà per un ascensore a piazza vittorio

Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio


di Amara Lakhous




nell'aprile 2007 ne avevo già parlato nel mio blog


ora sono stata invitata a farne una recensione, recenzione...o una recinzione alla Johnny palomba...


il 6 gennaio 2007, ancora in pigiama, leggevo ad alta voce un libro a mia sorella, la quale era uscita dall'ospedale il giorno prima, ed era ancora piuttosto scossa dalla visita dei ladri in casa, avvenuta nello stesso giorno...


la lettura di questo libro ha fatto sì, a mio parere, che non ci rientrasse il giorno dopo d'esserne uscita...


leggendolo in questa maniera così anacronistica, chi mai legge un libro ad alta voce ora?, ce ne siamo letteralmente innamorate, tanto da non riuscire a smettere sino alla fine del libro...


questo libro è l'opera seconda dell'autore, un algerino ormai romano d'adozione, ecco a voi la trama:


Roma - quartiere Esquilino - Piazza Vittorio è il simbolo della nuova Roma (e della nuova Italia) multietnica. In un vecchio palazzo si snodano le vicende di un gruppo alquanto eterogeneo di inquilini, una piccola 'folla' multietnica segnata da forti differenze culturali, di provenienza, di religione, nonché di modi di intendere la vita.


Nell'ambiente, alquanto chiuso, del palazzo e del condominio è un continuo esplodere di scontri di civiltà in cui tali diversità emergono prepotentemente nel quotidiano e diventano malintesi, piccole prevaricazioni, diffidenze.


Le storie dei personaggi seguono i propri percorsi, incrociandosi l'un l'altra in ragione di una condivisione forzata dello spazio (in stile il castello dei destini incrociati), del palazzo e del suo ascensore, la pietra dello scandalo, l'origine di tante dispute condominiali. C'è chi cerca l'ispirazione per un film, chi il cane improvvisamente smarrito, chi convive con le proprie rinunce, chi con la malavita locale, chi con le ruggini burocratiche a cui devono sottostare gli extracomunitari...tutto ruota attorno all'ascensore, il confine tra la civiltà e le barbarie... 


Quando, con una morte improvvisa proprio all'interno dell'ascensore, l'instabile equilibrio condominiale viene rotto, tutti diventano potenziali assassini e tutti incolpono l'altro, il "diverso", o anche ad attribuirlo all'unico condomino sparito nel nulla, il più misterioso di tutti, colui che ha celato molto del suo passato... 


Tutti loro sveleranno al commissario il nome dell'assassino, la loro verità, al posto di quell'unico testimone, impossibilitato a parlare: l'ascensore.


Di seguito due brevi frammenti dal libro...


La verità di Parviz Mansoor Samadi


(...) Esiste un'altra parola altrettanto importante: cazzo. Si utilizza per esprimere rabbia e per calmare i nervi, e non è monopolio maschile. Anche Benedetta, la vecchia portiera, la usa spesso senza pudore. A proposito, la vecchia Benedetta è la portirea del palazzo dove vive Amedeo <personaggio intorno a cui ruotano tutti gli altri pers. e la vicenda> a piazza Vittorio. Questa maledetta ha il vizio di nascondersi dietro l'ascensore, pronta a litigare con qualsiasi persona voglia usarlo. Io adoro l'ascensore, lo uso non per pigrizia ma per meditare. Premi il pulsante senza nessuno sforzo, vai su o scendi giù, potrebbe guastarsi mentre sei dentro. E' esattamente come la vita, piena di guasti. (...) sfortunatamente Benedetta mi sorveglia come una gatta litigiosa, e non appena metto i piedi in ascensore mi grida in faccia: "Guaglio'! Guaglio'!". Guaglio' è la parola preferita di Benedetta. Come sapete, guaglio' vuol dire cazzo in napoletano. Così mi hanno detto tanti napoletani con cui ho lavorato. Ogni volta che mi vede andare verso l'ascensore, si mette a urlare "Guaglio'! Guaglio'! Guaglio'!". In Iran siamo abituati a rispettare i vecchi ed evitare le parolacce. Per questo, invece di rispondere all'offesa con un'altra offesa come fanno in tanti, mi limito a una breve rispopsta: "Merci!". La lascio e vado via senza guardarla. (...)


La verità di Benedetta Esposito


(...) Io dico che chillo albanese <si riferisce a Parviz, lo crede albanese>è il vero assassino. Questo disgrazato fa lo scostumato quando lo chiamo Guaglio'! Non so come si chiama, e a Napoli siamo abituati a dire così, però lui mi risponde con male parole nella sua lingua. Non mi ricordo esattamente quella parola che dice sempre, forse mersa o mersis! Insomma l'importante è che questa parola vuole dire cazzo in albanese e si usa per insultare la gente. (...)


il libro è anche un'analisi dell'uso del passato, del fatto che c'è chi ci vive in eterno in un rimpianto continuo per quello che non c'è più, e chi cerca solo di cancellarlo, vivendolo solo negli incubi...


"la gente felice non ha né età né memoria, non ha bisogno del passato..."

la sindrome

Sindrome è un termine che deriva dal greco "συνδρομή", composto da "συν" (syn, assieme) e "δρόμος" (dromos, corsa), e che significa letteralmente "che agiscono simultaneamente".



  • In medicina, con sindrome si intende un insieme di sintomi e segni clinici che si manifestano contemporaneamente e che costituiscono o il quadro tipico di una malattia la cui eziologia non è stata ancora individuata oppure quello complessivo di più patologie a genesi riconosciuta.

  • Per estensione, tale locuzione viene talvolta usata anche per identificare una particolare occorrenza di situazioni sociali, tecniche, politiche ecc. nell'individuo o nella collettività, quali ad esempio:

    • sindrome del nido vuoto;

    • sindrome dell'Isola di Pasqua;

    • sindrome IMSCF;

    • sindrome NIMBY.



  • Il vocabolo "sindrome", inoltre, è entrato (senza alcuna pretesa di scientificità) in alcuni modi di dire del linguaggio italiano corrente (come per esempio "avere la sindrome del brutto anatroccolo", "avere la sindrome cinese" ecc.).



no, mi dispiace cari maschietti, non vi parlerò della tanto temuta sindrome premestruale, non vi fornirò la chiave per capirci e, finalmente, non impazzire in quei periodi lì... rassegnatevi... del resto sono in piena sindrome premestruale... da 28 anni...

no, vi parlerò di una sindrome di cui mi hanno parlato ieri in pizzeria...

ieri si parlava della sindrome dell'ex, che vale per tutti i sessi: etero, omo, bi, e pentasessuale (come si descrisse un amico di Daniela, e...no...non sono arrivata oltre il 4...quindi il 5 ipotizzavamo fosse qualcosa tra nomi cose e città...)

ad ogni modo, la sde è quella cosa che ci colpisce a tutti quando una storia finisce, quella cosa che ti fa pensare all'altro, al fatto che "non troverò un altro/un'altra come lui/lei", a quanto sia stato/a stronzo/a, al desiderio di vedere in faccia colei/colui che ci ha sostituiti in quel cuore...

ti arrovelli, soffri, chiedi consiglio agli amici (o meglio se sei ragazza ammorbi le amiche in cerca di sfogo e soluzione... un mio amico una volta mi disse "smettila di dare retta alle amiche ti dicono solo una marea di stronzate" - consiglio sensato - ed io - che sensata lo sono solo a giorni alterni - di rimando "pure voi maschietti dovreste smetterla di darvi consigli idioti")

ad ogni modo la sde è quella cosa che ci fa fare le cose più assurde, che ci fa dimenticare la dignità (possibilmente sepolta sotto una quintalata di sabbia ed una marea di scemenze), che ci fa fare le telefonate più strane, che a me personalmente fa tirare la vocina da bimba spaurita (a voler essere buoni) se l'oggetto della mia sindrome inaspettatamente chiama (per una sorta di soddisfazione personale? boh mistero...).

è quella sensazione che ci porta a voler rigirare il coltello nella piaga, che quando ci troviamo davanti qualcuno che può farlo per noi (qualcuno che conosce l'amato bene) ci spinge a fare domande, a chiedere, anche se gli amici stanno lì e si sbracciano chiedendo al nostro aguzzino di smetterla (io una volta arrivai a minacciare una tavolata intera di amici dell'ex della mia amica di tacere e di farsi un bel mazzo di cavoli loro, la vista della mia amica che spariva giorno dopo giorno mentre giocava con l'insalata mentre il resto dei commensali mangiava mi aveva nauseato...)

c'è chi arriva a quasi minacciare l'altro, lo insulta...sperando forse di stuzzicare quel lato nascosto che ci rende tutti così vogliosi di essere maltrattati... sappiatelo, non funziona...

tutti questi sforzi, questi atti masochistici cessano...

...phew...respiro di sollievo...

...cessano quando troviamo un nuovo oggetto verso cui indirizzare la nostra sindrome...

esatto, non ne usciamo mai, neanche se troviamo qualcun altro, no, ci serve qualcuno che ci accoltelli nuovamente...

positivo eh?

il resto della serata è proseguito con l'elenco delle canzoni il cui testo è chiaramente un inno a tale sindrome...

...t'agge voluto bene assaje...t'agge...ora t'acciderei!







ecco una piccola hit parade di canzoni "tagliamose le vene perchè m'ha mollato":




883 "nessun rimpianto" da me rinominata "nessun rimpianto nessun rimborso"

del resto Lui dice che sono venale...


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=na3P9DVPI2E&hl=en&fs=1&rel=0&color1=0x2b405b&color2=0x6b8ab6]


questa invece è uscita quando sono stata mollata...è diventata la mia colonna sonora del periodo inisieme con gli Evanescence... fino a quando la mia amica Saia non sbroccò...ma questa è un'altra storia...


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=Dx2a5KvonSU&hl=en&fs=1&rel=0&color1=0x006699&color2=0x54abd6]


mentre questa è di un maestro...


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=sxM8V6PmqjY&hl=en&fs=1&rel=0&color1=0x402061&color2=0x9461ca]


sappiate che dopo questa list (cioè dopo le prime due...) verrò mollata...o forse rliasciata con la condizionale di non mettere Ramazzotti...e dovrete sopportare la mia sde!!!

venerdì 22 maggio 2009

la vedova bianca allegra

vedova allegra: donna di recente stato vedovile che non mostra nessun segno di dolore per la recente dipartita del consorte...


vedova bianca: donna il cui marito è parito ma senza di, ma oltre ad essere partito è anche sparito con una s ma senza una t...


 


 


...Lui ora è a Madrid per un viaggio di piacere, in base all'ultimo messaggio ricevuto si aggira per la metro per raggiungere il suo alloggio...


...anche la mia collega è a Madrid per un viaggio di piacere, quando l'ho sentita al telefono ha detto che se lo incontra lo saluta da parte mia...


...il tono in cui l'ha detto lasciava molto spazio all'immaginazione...


l'immaginazione di una che annega nel lavoro cercando di seguire 4 progetti (di cui uno è responsabilità della suddetta collega) e che sta seguendo l'evoluzione di una grossa manifestazione che si terrà a fine giugno...di una che è dalle 9.00 di questa mattina che becca "sciampi" (o altrimenti dette cazziatoni colossali), che si barcamena cercando di schivare la valanga in arrivo, che traduce cose dall'inglese all'italiano e viceversa, dal portoghese all'italiano (e...lì mi fermo), una il cui culo oramai ha la forma della sedia su cui  è poggiato...una che sente una serie di dolorini dovuti oltre alla postura anche all'aria condizionata...una che sa che dovrà portarsi il lavoro a casa perchè c'è una cosa urgente che deve essere pronta per lunedì mattina ("ed allora perchè cazzeggi qui?" direte voi..brutti maleducati! rispondo...è perchè mi serve una tregua da tutto quello di cui sopra!!)...


...ebbene...io non ci sto...


visto che, al sentirsi dire "posso fare la vedova allegra?", Lui ha risposto "vedova no!!" grattandosi allegramente... opto per fare la VEDOVA BIANCA ALLEGRA


quindi dalle 18.00 di stasera sino alle 0.00 di domenica mi sento autorizzata a fare follie...


chi mi segue???


(una parte di me sente che andrà a finire con me accasciata in mezzo al cambio di stagione...ma basta mettere a tacere quella parte!)

martedì 19 maggio 2009

notizie dal post emergenza...

una mia collega è rientrata oggi al lavoro dopo essere stata in Abruzzo come volontaria...


ha raccontato che è stata un'esperienza intensa, dal punto di vista emotivo ma anche fisico...


ma ha anche raccontato quello che i giornali ed i tg non dicono, quanto rimane nascosto sotto quel bel tappetone sotto cui i nostri politici nascondono quello che non vogliono farci sapere (sì, eccomi di nuovo a rompere...la palladina delle cause perse, sempre pronta ad abbaiare...)


allora iniziamo...


1.  dopo l'iniziale corsa all'arruolamento volontario nelle file della protezione civile, della croce rossa, di legambiente e quant'altro, i volontari iniziano decisamente a diminuire, anche se non ancora a scarseggiare... il che rende il tutto più complicato perchè la macchina attualmente si regge sui volontari, persone che hanno dato e stanno dando l'anima...


2. una buona parte della popolazione si aggira per i campi come svuotata, tipo zombie, il che, se da una parte è giustificabile visto quanto è accaduto, dall'altra, e mi ricollego al punto 1, non lo è perchè tra un poco verranno un pochino abbandonati a sé stessi...detto quindi piuttosto brutalmente dovranno essere autosufficienti, o almeno essere in grado di gestire la situazione...


3. in alcuni casi sono state create delle vere tendopoli/metropoli (non per dire metropoli metropoli...ma 2.500 persone in una tendopoli non sono pochine) creando realtà in cui il disagio è forte, anche perchè in questi casi (chiedo scusa ma ho rimosso il nome della tendopoli) sono stati piazzati anche la stragrande maggioranza degli immigrati, di cui molti non integrati. stanno quindi venendosi a creare fenomeni di bande, d'immigrati ma anche di italiani, che vanno in giro a fare danni ed a creare ulteriori disagi (ok, il concetto andrebbe espresso in maniera migliore...ma attualmente è quanto posso fare)... in ogni modo stanno accadendo le prime "lotte" tra poveri in cui ci si litiga anche una ciabatta o un pezzo di pane...


4. la mia collega era in una tendopoli che ospitava 500 e passa persone, questa tendopoli aveva una sola doccia per tutte le donne (incluse le volontarie) del campo... altra situazione di non poco disagio


5. lo stato è ben poco presente (vi pare poco???)


6. (last but not least) la famosa ricostruzione, che doveva anche essere accellerata dallo spostamento del G8 all'Aquila, è quasi totalmente inesistente... quel "quasi" che "smorza" il totalmente è dovuto alla costruzione di un aeroporto, che sarà utilizzato dalla delegazione del G8... di concreto pare che non sia stato fatto nulla...


ovviamente le scosse sismiche continuano, quindi se per la maggior parte di noi la situazione è rientrata...beh...non lo è...


voglio ricordare che c'è gente che vive ancora nei container a distanza di anni dal terremoto che ha distrutto interi paesi - uno su tutti il terremoto nell'Irpinia del 1980 - per quanto possiamo non dimentichiamoci di queste persone...


perché a nascondere la testa sotto la sabbia non risolve, e non possiamo continuare a credere a tutte le campagne elettorali (perchè i proclami su terremoti, immigrati etc non sono altro che campagne in cerca di voti) che ci vengono propinate...

nella fattispecie i padri...

nella fattispecie i padri erano due...


...anche i figli erano due...


...peccato che erano due gemelli...


...o quasi...


è notizia di ieri sera della donna che in America ha avuto due figli da due padri, i figli in questione, fino alla prova del DNA, erano gemelli...


...dopo il DNA non so come andrebbero considerati...


due spermatozoi arrivati al traguardo quasi in contemporanea che al fotofinish i giudici di gara (in questo caso l'ovulo materno) non hanno saputo dire chi fosse il primo? ma allora dove va a finire la frase "consolatoria": "ricordati che (almeno) una volta sei stato il primo"???


dette queste str... andiamo ad analizzare il commento della madre, che almeno per un po' si dev'essere divertita, "ma tra tante donne doveva capitare proprio a me?" beh...è vero ci vuole sfiga... ma pure te... con uno dei due (magari con l'amante, suggerirei...) qualche precauzione la potevi prendere, no? costava troppo? l'uso dei contraccettivi nei paesi del terzo mondo è sconosciuta... di dov'è questa? aaahhh...americana...il paese del contraccettivo più sicuro di tutti: la castità...


dopo il "ma che sfiga!" di rito ha aggiunto: "per fortuna che il mio compagno è buono e mi ha perdonata!!"... prego? cornuto e mazziato... e pure fesso??? ad ogni modo la felicissima coppia (così felice che lei aveva bisogno del diversivo) ha deciso di escludere il padre naturale del gemello "illegittimo"... su questo punto ho solo un piccolissimo dubbio, visto che i due sono innegabilmente fratelli, ma decisamente diversi (finalmente ho capito il concetto di "gemelli diversi"!!), arriveranno a capire la verità no? e come la spiegheranno al gemello di serie b? ed il padre cornuto, come farà ad allevare un figlio non suo? soprattutto dopo averlo scoperto in questa maniera?


ai reality l'ardua sentenza...

Il Piccolo Principe

l'assenza è troppo prolungata... impegni e casini vari mi hanno tenuta lontana dalla libreria (ma credo che per Daniela sia lo stesso), vi faccio quindi assaggiare un pezzo di un libro bellissimo che non dovrebbe mai mancare nelle case...di nessuno


Il Piccolo Principe


 Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore. 



(da "Il piccolo principe")


 


Il piccolo principe (Le Petit Prince) è l'opera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry. Pubblicato nel 1943, è un racconto molto poetico che - nella forma di un'opera letteraria per ragazzi - affronta temi come il senso della vita e il significato dell'amore e dell'amicizia. È fra le opere letterarie più celebri del XX secolo e tra le più vendute della storia: è stato tradotto in più di 180 lingue e stampato in oltre 50 milioni di copie in tutto il mondo.


In un certo senso, costituisce una sorta di educazione sentimentale. L'opera è illustrata dagli acquerelli dello stesso Saint-Exupéry, disegni semplici e un po' naïf che sono celebri quanto il racconto.


Nel racconto, l'autore narra di aver effettuato un atterraggio di fortuna nel deserto del Sahara. Il giorno dopo l'atterraggio, si risveglia al suono di una voce di un bambino che gli chiede se gli può disegnare una pecora. Da qui inizia il racconto...


Seguiamo il protagonista alla scoperta di nuovi mondi e nuove realtà, in fuga dal suo di mondo troppo piccolo per lui. Vedere le cose dagli occhi di un bambino curioso, non ancora "rovinato" dal mondo degli adulti, che chiede quanto lo incuriosisce e non risponde mai alle domande stupide dei grandi...Il piccolo principe vive su un asteroide poco più grande di una casa, chiamato B 612, che ha tre vulcani, uno dei quali è spento, e una rosa molto esigente, vanitosa e spavalda. Un giorno parte per vedere com'è il resto dell'universo, e visita alcuni altri asteroidi abitati da adulti. Il piccolo principe visita gli asteroidi 325, 326, 327, 328, 329 e 330.


Sul primo pianeta trova un re triste perché non ci sono uomini per servirlo, sul secondo un uomo vanitoso che quando il principe batte le mani alza il cappello incomincia a inchinarsi e a vantarsi, sul terzo un ubriacone che beve per dimenticare la «vergogna di bere», sul quarto un uomo d'affari che conta le miliardi di stelle convinto di possederle, sul quinto un lampionaio che continua ad accendere ed a spegnere il suo lampione e sull'ultimo un geografo che attende l'arrivo di un esploratore che gli dica la struttura degli altri pianeti. Il geografo che cataloga tutti i pianeti conosciuti gli chiede di descrivere il suo asteroide. Il principe descrive i vulcani e la magnifica rosa che illumina il suo piccolissimo pianeta. Ma il geografo gli risponde che loro non catalogano i fiori perché sono esseri effimeri e non vivono in eterno come le montagne, i laghi o le altre cose di cui lui si occupa. Il principe è molto seccato da ciò che gli è stato detto ed è in pensiero per la sua rosa. Il geografo successivamente gli consiglia di visitare la Terra...


di seguito un frammento del XXI capitolo in francese...


(...)- Non, dit le petit prince. Je cherche des amis. Qu'est-ce que signifie "apprivoiser" ?


- C'est une chose trop oubliée, dit le renard. Ça signifie "créer des liens..."


- Créer des liens ?


- Bien sûr, dit le renard. Tu n'es encore pour moi qu'un petit garçon tout semblable à cent mille petits garçons. Et je n'ai pas besoin de toi. Et tu n'as pas besoin de moi non plus. Je ne suis pour toi qu'un renard semblable à cent mille renards. Mais, si tu m'apprivoises, nous aurons besoin l'un de l'autre. Tu seras pour moi unique au monde. Je serai pour toi unique au monde...


- Je commence à comprendre, dit le petit prince. Il y a une fleur... je crois qu'elle m'a apprivoisé...


- C'est possible, dit le renard. On voit sur la Terre toutes sortes de choses...


- Oh! ce n'est pas sur la Terre, dit le petit prince.


Le renard parut très intrigué :


- Sur une autre planète ?


- Oui.


- Il y a des chasseurs, sur cette planète-là ?


- Non.


- Ça, c'est intéressant ! Et des poules ?


- Non.


- Rien n'est parfait, soupira le renard.


Mais le renard revint à son idée:


- Ma vie est monotone. Je chasse les poules, les hommes me chassent. Toutes les poules se ressemblent, et tous les hommes se ressemblent. Je m'ennuie donc un peu. Mais, si tu m'apprivoises, ma vie sera comme ensoleillée. Je connaîtrai un bruit de pas qui sera différent de tous les autres. Les autres pas me font rentrer sous terre. Le tien m'appellera hors du terrier, comme une musique. Et puis regarde ! Tu vois, là-bas, les champs de blé ? Je ne mange pas de pain. Le blé pour moi est inutile. Les champs de blé ne me rappellent rien. Et ça, c'est triste ! Mais tu as des cheveux couleur d'or. Alors ce sera merveilleux quand tu m'auras apprivoisé ! Le blé, qui est doré, me fera souvenir de toi. Et j'aimerai le bruit du vent dans le blé...


Le renard se tut et regarda longtemps le petit prince:


- S'il te plaît... apprivoise-moi ! dit-il.


- Je veux bien, répondit le petit prince, mais je n'ai pas beaucoup de temps. J'ai des amis à découvrir et beaucoup de choses à connaître.


- On ne connaît que les choses que l'on apprivoise, dit le renard. Les hommes n'ont plus le temps de rien connaître. Ils achètent des choses toutes faites chez les marchands. Mais comme il n'existe point de marchands d'amis, les hommes n'ont plus d'amis. Si tu veux un ami, apprivoise-moi !


- Que faut-il faire? dit le petit prince.


- Il faut être très patient, répondit le renard. Tu t'assoiras d'abord un peu loin de moi, comme ça, dans l'herbe. Je te regarderai du coin de l'œil et tu ne diras rien. Le langage est source de malentendus. Mais, chaque jour, tu pourras t'asseoir un peu plus près...


Le lendemain revint le petit prince.


- Il eût mieux valu revenir à la même heure, dit le renard. Si tu viens, par exemple, à quatre heures de l'après-midi, dès trois heures je commencerai d'être heureux. Plus l'heure avancera, plus je me sentirai heureux. A quatre heures, déjà, je m'agiterai et m'inquiéterai; je découvrirai le prix du bonheur ! Mais si tu viens n'importe quand, je ne saurai jamais à quelle heure m'habiller le cœur... Il faut des rites.


- Qu'est-ce qu'un rite ? dit le petit prince.


- C'est aussi quelque chose de trop oublié, dit le renard. C'est ce qui fait qu'un jour est différent des autres jours, une heure, des autres heures. Il y a un rite, par exemple, chez mes chasseurs. Ils dansent le jeudi avec les filles du village. Alors le jeudi est jour merveilleux ! Je vais me promener jusqu'à la vigne. Si les chasseurs dansaient n'importe quand, les jours se ressembleraient tous, et je n'aurais point de vacances.


Ainsi le petit prince apprivoisa le renard. Et quand l'heure du départ fut proche:


- Ah! dit le renard... Je pleurerai.


- C'est ta faute, dit le petit prince, je ne te souhaitais point de mal, mais tu as voulu que je t'apprivoise...


- Bien sûr, dit le renard.


- Mais tu vas pleurer ! dit le petit prince.


- Bien sûr, dit le renard.


- Alors tu n'y gagnes rien !


- J'y gagne, dit le renard, à cause de la couleur du blé.


Puis il ajouta:


- Va revoir les roses. Tu comprendras que la tienne est unique au monde. Tu reviendras me dire adieu, et je te ferai cadeau d'un secret.


Le petit prince s'en fut revoir les roses:


- Vous n'êtes pas du tout semblables à ma rose, vous n'êtes rien encore, leur dit-il. Personne ne vous a apprivoisé et vous n'avez apprivoisé personne. Vous êtes comme était mon renard. Ce n'était qu'un renard semblable à cent mille autres. Mais j'en ai fait mon ami, et il est maintenant unique au monde.


Et les roses étaient bien gênées.


- Vous êtes belles, mais vous êtes vides, leur dit-il encore. On ne peut pas mourir pour vous. Bien sûr, ma rose à moi, un passant ordinaire croirait qu'elle vous ressemble. Mais à elle seule elle est plus importante que vous toutes, puisque c'est elle que j'ai arrosée. Puisque c'est elle que j'ai mise sous globe. Puisque c'est elle que j'ai abritée par le paravent. Puisque c'est elle dont j'ai tué les chenilles (sauf les deux ou trois pour les papillons). Puisque c'est elle que j'ai écoutée se plaindre, ou se vanter, ou même quelquefois se taire. Puisque c'est ma rose.


Et il revint vers le renard:


- Adieu, dit-il...


- Adieu, dit le renard. Voici mon secret. Il est très simple: on ne voit bien qu'avec le cœur. L'essentiel est invisible pour les yeux.


- L'essentiel est invisible pour les yeux, répéta le petit prince, afin de se souvenir.


- C'est le temps que tu as perdu pour ta rose qui fait ta rose si importante.


- C'est le temps que j'ai perdu pour ma rose... fit le petit prince, afin de se souvenir.


- Les hommes ont oublié cette vérité, dit le renard. Mais tu ne dois pas l'oublier. Tu deviens responsable pour toujours de ce que tu as apprivoisé. Tu es responsable de ta rose...

lunedì 18 maggio 2009

battery low...

in questo momento non è il cellulare a lampeggiare per dirmi di attaccarlo alla corrente, no... sono io, magari non lampeggio, ma di sicuro ho le "pile" così scariche da non avere voglie...occhi gonfi, niente trucco...uno spettacolo, persino i jeans bianchi estivi stamattina si rifiutavano di entrare... sono ingrassata... sono ingrassata? sì lo sono, no, non lo sono... non m'interessa appurarlo...


...ma come mi sono ridotta così? non è stato il we, non ho fatto nulla di "ammazzante", un tranquillissimo we, un tentativo di andare al mare poi trasformatosi in sabbiature (avevo talmente tanta di quella sabbia addosso, inclusi naso ed orecchie, da aver compreso l'idea di "sand(wo)man"), o dopo, in cui ho giocato a: "facciamoci mollare in un pomeriggio semplicemente facendogli montare ed appendere tutto quello che ha comprato per la casa, ed ovviamente riuscendo a mettere solo uno scaffale"... mi sono solo riempita di stucco, e quasi sicuramente l'ho fatto un po' innervosire...


ieri poi sono stata da mia nonna, a festeggiare le sue 92 primavere, le 87 (credo) di sua sorella), le 22 e le 21 di due delle mie cugine...niente di che...al massimo mi sarà mancata l'aria, vista la folla, al massimo avrò dovuto rispondere solo ad un centinaio di domande sul perchè la mia novità non fosse lì (pare che io abbia battuto qualunque record 3 mesi ed ancora non ha subito una festa a casa di mia nonna con quasi tutto il clan...forse è per questo che siamo a 3?)


no, sono decisamente stanca... in più, se aggiungo l'antistaminico per non soffocare nella tosse allergica, e la melatonina (comprata per un errore di sillaba, ma che aiuta a regolare il ciclo sonno/veglia) per aiutarmi a dormire viste le notti insonni...


no...siamo sinceri...


sono delusa...da me...che ho smesso di graffiare il mondo in cerca di meglio, in cerca di realizzazione...


diaciamola tutta, oltre che delusa sono pure nervosa, perchè scelgo d'inghiottire, mentre dovrei far sentire la mia voce... accetto ed ondeggio tra il dare il massimo ad ogni costo (ed i costi sono tutti miei), al cazzeggio (perché tanto...)


non mi piace la linea "sconfitta/estate 2009"...adesso cerco la presa, appena ho carica a sufficienza...

giovedì 14 maggio 2009

medito...

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=81oC0NS2t9Y&hl=en&fs=1&rel=0&color1=0x402061&color2=0x9461ca]


buoni o cattivi, bianco o nero...


...e se fosse solo questione di punti di vista?

mercoledì 13 maggio 2009

wonderbra II

stamattina, in vena di essere spiritoso, il mio shatzi mi dice: "ho trovato il reggiseno adatto per te!! l'hanno inventato in Giappone ed è un reggiseno che si apre solo quando ti sposi!!"

stamattina non ero di buon umore: “e perché dovrebbe essere adatto per me?? Mi devo sposare??”

ha subito ripiegato, coda tra le gambe (che donna acida che sono) sulla poca praticità dell’attrezzo, che non si sa come permetterebbe di lavarsi…

e mi viene da chiedere, ma al mondo esistono donne che si metterebbero una trappola simile addosso? Sembra quasi la cintura di castità di Lady Marian di “Robin Hood un uomo in calzamaglia” di Mel Brooks, solo che come chiave ci vuole l’anello… e quanti uomini avrebbero a piacere di avere a che fare con donne che indossano queste…”casseforti” per tette??

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=orKdIP6_8U4&hl=it&fs=1&color1=0x402061&color2=0x9461ca]


ad ogni modo spqg = Sono Pazzi Questi Giapponesi

stessa fazza stessa razza, ma anche no!!

l'Italia è "Un popolo di poeti di artisti di eroi, di santi di pensatori di scienziati, di navigatori di trasmigratori" così dice il palazzo della Civiltà Italiana (nella foto - Roma - EUR)


Peccato che si sono dimenticati di scrivere: e di migranti...


più passa il tempo e più ci si dimentica di quanto è avvenuto in passato, tanti di noi hanno nella propria famiglia qualcuno che è emigrato per cercare una sorte migliore in altri paesi, lontani e sconosciuti, viaggi fatti in condizioni anche piuttosto disagiate, ogni cosa di valore, o posseduta, messa in una valigia di cartone... insomma lo zio d'America ci sarà per un motivo, no??? (io personalmente avevo lo zio di mio padre emigrato negli US...) tutti gli Italo-americani/argentini/cileni/qualunque altro paese di cui tanto andiamo orgogliosi, i De Niro, Pacino, Ciccone, Barrichello, sono lì perchè qualcuno ha lasciato tutto ed è partito...


chi adesso dice che non vuole un'Italia multietnica (????nel 2009 non vuoi un paese multietnico???ma 'ndo vive??? nel paesello???), ed accusa che quanti arrivano sui barconi sono stati arruolati dalla malavita (piuttosto direi sfruttati), nel '97 piangeva per il barcone di disperati speronato ed affondato in acque territoriali italiane, e diceva che in un paese civile e cattolico non si poteva assistere a certe scene (ovviamente chi ora accusa di razzismo e quant'altro all'epoca diceva che non si poteva fare altro e bisognava dare una regolata a certe cose...ovvio, no??)


 [youtube http://www.youtube.com/watch?v=Rr2A1HMnlM8&hl=it&fs=1]


ma io ora mi chiedo, è mai possibile che alla fine sono sempre e comunque i disperati a rimetterci, quelli che, per un futuro migliore, ipotecano tutto, per un "biglietto" che li porterà in un paese che non li vuole e li respinge (e che quindi spesso sono costretti a ripetere il tutto), ma non si riesce a trovare una soluzione comune, oltre alla moneta?


è di ieri la notizia dei due immigrati clandestini, gli unici ad intervenire, che hanno salvato a Palermo quella coppia di anziani aggrediti a colpi di martello da uno squilibrato... per fortuna in questo caso i due oltre agli encomi ed agli elogi non sono stati accompagnati al confine...


2472_1089914015102_1444037895_264578_6039_n

lunedì 11 maggio 2009

il caffè e me...ovvero esperienze ultraterrene

oggi sto messa così male che neanche i quiz di facebook mi tengono sveglia, sto così in coma che... ho preso un caffè!! O.O


sono in pochi ad avermi vista prendere un caffè, nonostante siano in molti ad avermi invitata a farlo...


...ma a me, soprattutto da quando ho avuto la mia bella gastrite nervosa, il caffè fa stare male, lo stomaco gorgoglia, passerei la vita in bagno nel peggiore dei casi, o piegata in due per il bruciore nel migliore (sì, lo so, va prima il migliore e poi il peggiore...ma a me capita più il peggiore che il migliore ^^°)...


...questa volta è diverso, questa volta sto provando una nuova sensazione...


sento che la mia anima, o coscienza che dir si voglia, si sta distaccando dal mio corpo stanco, mi vedo dall'alto, lì seduta alla scrivania, circondata da una marea di carte, fatture, una dichiarazione d'intento (no, non è una dichiarazione di guerra) in attesa di un indirizzo per essere completata, faldoni, un libro sul '68... è strano, una parte del mio corpo sta tenendo con le tenaglie quella strana cosa, così eterea, che vuole fuggire via (magari vuole andare al mare, chissà...)...sento che sto andando via, lontano, e lascio l'involucro qui, tanto non se ne accorgeranno mai che è solo la scatola ad essere rimasta, il contenente, il contenuto non è poi così d'interesse...


...speriamo di stare andando in un bel posto! per me andrebbe bene pure la Grecia, le isole non sarebbero poi malaccio! oppure... beh...volendo anche l'Islanda m'incuriosisce...e le terme giapponesi?? o la Croazia?? Praga? Patagonia? Mauritius? Messico? Cina? India? Capo Verde? Costa Azzurra? Argentario? Zagarolo? Mostacciano??


l'anima rientra protestando: "non sono mica un'agenzia di viaggi!!! decidite!!"


quest'esperienza ultracorporea mi affascina...


...un po' meno il senso di nausea che adesso mi abbraccia...


"caffè?" "no, grazie... non voglio arrivare nel valhalla..."

ma cos'è poi mai un nome?

 


Cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo rosa,
Chiamata con un altro nome, profumerebbe come dolce.

Giulietta




Le mie avventure col mio nome sono ormai note, hanno persino dei fan, e degl estimatori (cioè vengono stimate tutte quelle persone che, nonostante io tenti disperatamente di far capire loro il nome che i mei hanno deciso di segnare all'anagrafe, proprio nun gliela fanno)


telefonata 1:


-          Consorzio X buongiorno,

-          Buongiorno chiamo da XYZ (nome d’azienda)

segue spiegazione di quello che vuole la signora Y rappresentante dell’azienda XYZ, alla fine di tutto il discorso e botta e risposta:

-          Signora Y: io con chi ho parlato?

-          Io: Con Astrid

-          Ah bene signora Chiara (Chiara??? Beh tanto scura non sono, però…da Astrid a Chiara…), potrei avere il suo indirizzo mail?

-          È Astrid… l’indirizzo è: astrid.xyzvguerg@consorziomade3e.it

-          Bene signora Chiara le manderò al più presto un’e-mail… (niente…e Chiara sia…)

Oggi, telefono io ad un’altra azienda:

-          Buongiorno qui è la Pongo, sono Elisabetta, con chi parlo?

-          Buongiorno sono Astrid Xyzvguerg e chiamo dal Consorzio M.A.D.E.3.E., potrei parlare con chi si occupa delle fatture?

-          Riprende a parlare come un disco rotto: Buongiorno qui è la Pongo, sono Elisabetta, con chi parlo?

-          Ehm… devo parlare con lei quindi? Salve, sono Astrid Xyzvguerg e chiamo dal Consorzio M.A.D.E.3.E.

-          Ah!! È la signora Ingrid!!!

Rinuncio a priori…

…e seguo il consiglio di Giulietta, rinuncio al mio nome…chiamatemi come vi pare

Tanto nun ve risponno



Non so come dirti chi sono con un nome

Giulietta

venerdì 8 maggio 2009

In piena frustrazione perché devo dar retta a troppi dementi decido di concedermi un break, anche perché sto decisamente puntando alla demenza anche io…

Torno quindi ad un argomento, ormai decisamente vecchio, che avevo precedentemente trattato…

Vi ricordate il bimbo padre? Il 13enne dall’aria 8enne che si era dichiarato padre della bimba avuta dalla 15enne? Beh, è ormai fatto assodato che non lo era… a suo tempo, per non infierire, non avevo scritto una cosa che avevo molto malignamente pensato: “ma questo qua, avrà sviluppato almeno?”

Adesso non ho più remore, quindi da brava anziana 28enne (con un piede nei 29) ora lo dico: Ma questo qua, avrà sviluppato? Ne dubito…

Detta la cattiveria gratuita, ho un respiro di sollievo, per lui, per lei… non so che dire e/o pensare, visto che poi, già dopo l’annuncio di paternità (il primo non quello di quella mancata) altri ragazzini erano venuti fuori addebitandosi la paternità della bimba…

Ma… quel fagottino, quello delle foto, la bambolina… lei? Le premesse non sono tra le più esaltanti, una madre non particolarmente matura e responsabile (vorrei ben vedere a 15 anni…), un padre ignoto (anche qui ce ne sono troppi in ballo), e già caso mediatico…

Mi viene da pensare che verrà fuori una nuova Britney, che, tra tot anni (non molti però), un marito messo anche peggio di lei, e tante altre amenità, questa pora creatura darà di matto…

Qui la quasi trentenne frustrata, che abita ancora con papà e mammà, e guadagna niente…

Passo e chiudo

giovedì 7 maggio 2009

bra senza wonder o wonder senza bra?

“aahhh! Ci siamo date una bella piallata eh??”

Se si esordisce così la mattina, con la collega che entra in stanza e commenta l’assenza quasi totale di tetta, non è proprio esaltante… ti credo che poi in tante corrono a rifarsi il seno, o a cercare quelle che io chiamo “tecnologia NASA”…

Se penso all’ultima volta che sono stata a togliermi i nei (3) ed a quello che la chirurga disse a mia sorella (“guarda che la mutua te lo passa quel problema eh?”) e la sua reazione a dir poco furibonda (ringraziai di essere andata prima io a farmi affettare gamba e schiena)…

Non è facile avere il complesso del seno piccolo, anche se cerchi di incoraggiarti (auto-incoraggiarti) ritagliando articoli in cui c’è scritto che agli uomini “piace il seno piccolo”, anche se ti dici che la coppa di champagne è modellata sul seno di M.me Pompadour, la preferita del Re Sole – Luigi icsivù -, o se gli amici maschi ti dicono che il seno piccolo piace (ringrazio sempre l’amico che ripeteva che era di carne anche lui e di smetterla di mettermi in certe pose… perché m’ha fatta sentire “completa”…basta poco che ce vò), ringrazio il mio lui che vorrebbe essere il mio reggiseno umano (e qui vi lascio immaginare… e lo so che un “sveggognatissima!!” m’arriverà del cuginastro)

Però… ci si guarda intorno e le tette (altrui) ti vengono sbattute continuamente sotto al naso… allora una finisce col pensare che “però… una taglia in più, dovessi avere bisogno di imbottitura in meno” oppure s’attacca alla…”tecnologia NASA” appunto!!!

Quindi vai in giro, t’informi… oltre alla classica imbottitura, quella che dopo qualche lavaggio o dopo un po’ di maltrattamenti diventa rugosa, ed il reggiseno, da sotto alla maglietta, rende il tutto un po’ creepy (mia madre guardandomi mi ha detto una volta “sembra che hai una qualche malattia…” è d’incoraggiamento, no?), poi ci stanno i pesciolini (non i pesci rossi che ti danno al LUNEUR, sono aggeggetti che possono essere o come l’imbottitura di stoffa , o in gel… questi simpatici aggeggi riempiono gli spazi che la tua povera tettina non riempie, e, spingendo in su (non so come) fanno sì che (oltre a farti arrivare il tutto alla gola) sembri straripare, tutto quello strabordamento della serie “a me la Ferilli, la Marini e la Arcuri me fanno ‘n baffo!!”

Alternativamente ci sono i reggiseni al gel o all’olio (d’oliva? Di semi? Di colza? bohh) ma poi mi chiedo, e se si rompe? Che fai? “scusa, hai una strana perdita lì…” “lì dove?” “ehm lì… lì…un po’ più in giù della clavicola…” – sai che imbarazzo? – e se invece s’asciugano? Che fai? C’è una siringa all’interno del kit, oppure devi andare dal chirurgo plastico a far fare una nuova protesi al reggiseno?

Tra l’altro, io, personalmente, preferirei il reggiseno che agguanta tutta la ciccia che sta dove non dovrebbe stare e te la trascina lì, in loco… dovessi scegliere, vorrei una cosa simile, faccio male?

Ma alla fine un dubbio mi rimane, ma al momento di fare il desnudamento, quando nell’impeto della passione ci lanciamo, e ci concediamo finalmente, e lui (dopo aver sganciato - più o meno abilmente - l’arnese) ci vede, e vede che... la tetta (o quella che pensava fosse la nostra tetta) l’ha appena tirata lì su, sul lampadario…. Come cavolo ci rimane insomma?

Allora la butto sul ridere, preferisco…

<Breve tastatina in giro come per cercare qualcosa> - ehm… l’ho scordate a casa…

…e speriamo che passi la paura!!