martedì 2 agosto 2011

è questione di organizzazione e cecità momentanea...


un paio di settimane fa, cena con colleghe - poche, di nascosto... sembra d'essermi iscritta alla carboneria, o d'essere ritornata ai tempi del liceo quando si faceva le cose ma quella o l'altra non lo dovevano sapere... ma quando finirà??

ad ogni modo, dopo un po' (sono lenta io) mi rendo conto che a tavola, su 6 commensali ci sono 4 separate, una che non ha mai avuto legami sentimentali ed io... che ormai convivo da quasi 11 mesi

si inizia a toccare l'argomento uomini, ovviamente le separate sono quelle che più sparano a zero, una di loro arriva persino a dire "eh no, è che sono deficienti, più di un tot non ce la fanno, non ci arrivano... sono proprio bacati..." (btw nel mazzo include anche il figlio che è ancora alle elementari), tra tutto questo sparare a zero c'è una persona muta - la collega single da sempre - e la mia voce che prova ad obbiettare: "beh no, dai, non sono poi così disastrosi, se pure noi non stessimo sempre ad intervenire prima che loro si mettano in moto... io poi vedo che le madri di figli maschi proprio tendono a non fargli fare nulla, magari se invece di farli stare nella bambagia li lasciassero fare..." no, proprio no, alla fine loro continuavano a ribadire che l'uomo, il maschio, è difettato...

ma io dico, per una volta che difendo la categoria, ed anche il mio uomo, proprio devo essere smentita così? perché, rientrando a casa intorno alle 23.30, mi trovo la seguente situazione domestica tutte le luci di casa accese (in barba alla bolletta), i piatti del giorno (colazione, porta pranzo e piatti della cena) da lavare, pc fisso e portatile accesi, letto sfatto, custodia di chitarra aperta per terra in camera da letto con chitarra dentro pronta per essere calpestata (se Jimi le bruiciava perché mai noi non dovremmo calpestarle?), ed Igor che, a quel punto si affrettava a preparare il pranzo dell'indomani per tutti e due...

ecco, è in momenti come questo che, col mio bel caratterino di m, mi chiedo "ma chi me lo fa fà?"

le sue armi vincenti? lo sguardo da cucciolo cerca famiglia e l'abbraccio, tempo massimo un'ora e mi passa, e rimane la speranza d'avere ragione io...


 



no, non son bacati è questione di organizzazione e cecità momentanea...

lunedì 1 agosto 2011

figli: fortuna o disgrazia?


<chiedo scusa per l'assenza, ma è diventato un po' più complicato trovare l'ispirazione ed il tempo>
 



in questi ultimi mesi mi sono trovata a leggere blog scritti da persone che (oltre al fatto che sono più brave di me a scrivere ed a gestire un blog), partendo dalla loro esperienza genitoriale, hanno avuto e sentito la necessità di scrivere e descrivere quest'ultima - ovviamente non si limitano solo a quello, anzi sottolineano di essere altro oltre ad essere genitori -, ho così potuto farmi gli affari di wonderland, B Stevens (o mammaepoi), Elasti e Fefo...

tutte persone che dalla loro esperienza sono uscite arricchite, con uno slancio in più, che raccontano di essere altro (le prime tre) oltre a genitori di bimbi belli, sani ed intelligenti. Dai loro racconti, ma soprattutto da quello di Fefo (padre in Svezia, che ha potuto usufruire di un congedo parentale di 4 mesi per ciascuna delle sue figlie), è partita la mia riflessione.

perchè mai essere madre - perchè poi è lì il grosso del problema - qui in Italia è considerata una sventura (da parte del datore di lavoro e poi a cascata da parte di colei che si troverà a farlo il figlio) - qualche giorno fà sentivo un editore lamentarsi del fatto di avere la sventura di avere due dipendenti in gravidanza, si lamentava del fatto che una era già in congedo e che l'altra stava per andarci ... per lui erano solo un peso ed una sciagura....

e poi, perchè un uomo (potrei pure dire il mio ragazzo ma noi al momento non siamo in procinto di fare figli) non può (o meglio finisce per non avere voglia di farlo) usufruire del congedo parentale, quando invece è una delle esperienze più incredibili che si possa fare... attualmente non conosco nessun padre di famiglia che abbia deciso di usufruirne, vuoi perchè sul luogo di lavoro non si viene incoraggiati a farlo vuoi perchè (retaggio culturale? del paleolitico?) non s'è mai visto l'uomo a casa dietro i figli mentre la moglie è al lavoro...

fatto sta che, nel corso della mia breve vita lavorativa, ho visto (e vedo) donne che fanno i salti mortali per convincere il loro datore di lavoro che la loro gravidanza non li danneggerà, per riuscire ad esserci nella vita dei loro pargoli - a volte anche dovendo ricorrere al trucchetto (che sinceramente non amo) del trasformare la maternità in certificato per malattia .

se poi penso che, nel febbraio di quest'anno ero in piazza con tante altre donne (e molti uomini!!!), per chiedere - oltre a non essere più considerate bamboline o corpi senz'anima (vedi le varie Ruby Noemi etc) - la possibilità di vivere appieno come donne, di non essere discriminate perchè magari in futuro si sarà mogli e madri (non so forse questa richiesta è un po' sfuggita a chi è rimasto semplice spettatore), di essere considerate alla pari nei diritti come nei doveri, do you know what I mean?

io comunque, ad oggi, mi chiedo perchè una donna debba decidere fra carriera e famiglia, e spesso si trova costretta a rinunciare ad una delle due; non comprendo il perchè l'educazione dei figli, il crescerli e tutto il resto sia solo un ruolo femminile (come dire che la funzione dell'uomo si limita a quella di "donatore")... e poi vedo (leggo soprattutto) che in altri paesi la donna che è moglie e madre può essserlo senza dover rinunciare alla donna che lavora, anzi, per determinate posizioni (e non si tratta di segreterie etc) sono richieste donne con famiglia, con esperienza nella gestione di casa e figli, e che quindi un altro modo è possibile...

e quindi mi chiedo "quando?"

quando sarà possibile tutto questo anche qui? senza avere rimorsi perchè così facendo si trascurano i figli, senza doversi sacrificare per il bene della famiglia, senza dover trovare un paese nuovo dove poter usufruire del diritto ad avere una famiglia che qui diventa quasi una "grazia" concessa da chi assume la dipendente...

se non ora, quando?

spero di poterlo vedere e vivere di persona e non solo di leggerlo da altrui racconti