giovedì 29 ottobre 2009

oink-oink!!!

Yeah I've got some kind of disease
And there are no remedies
Shoulda listened when you said beware

Marcy's Playground It's Saturday


Una pandemia (dal greco pan-demos, "tutto il popolo") è una epidemia la cui diffusione interessa più aree geografiche del mondo, con un alto numero di casi gravi ed una mortalità elevata. Nella storia si sono verificate numerose pandemie, fra le più recenti si ricordano l'"influenza spagnola" nel 1918, l'"influenza asiatica" nel 1957, l'"influenza di Hong Kong" nel 1968, l'HIV dal 1969, l'A/H1N1 del 2009 ancora in corso.


Il termine pandemia si applica solo a malattie o condizioni patologiche contagiose. Di conseguenza, molte delle patologie che colpiscono aree molto grandi o l'intero pianeta (per esempio il cancro) non sono da considerarsi pandemiche. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le condizioni affinché si possa verificare una vera e propria pandemia sono tre:



  1. la comparsa di un nuovo agente patogeno;

  2. la capacità di tale agente di colpire gli uomini, creando gravi patologie;

  3. la capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio.


in ufficio da me la gente adesso mormora, preoccupata, già si pensa ad un'epidemia, al contagio... al fatto che grugniremo tutti ben presto...


antefatto dell'antefatto: da qualche settimana sono comparsi nei nostri bagni i dispenser per i gel disinfettanti...


ad oggi non sono mai stati usati in maniera particolare...ad oggi...


ieri una mia collega con cui pranzo starnutiva e tossiva... tanto...


io non ho pensato a nulla....come mio solito...


stamattina quando sono arrivata in ufficio mi hanno detto che voleva che la richiamassi...detto fatto, al telefono all'altro capo mi parlava una voce ancora più raffreddata, che si sentiva che stava lì lì per piangere, che mi dice qualcosa come "asssidoauina", io: "ehhhh? che hai detto??" lei: "sì, merda è vero!!" io: "no tesoro, non ho capito bene...CH'AI DETTO???" lei: "che forse c'ho la suina"


ecco io sono simpatetica quanto volete, sono disponibile per gli amici...ma...l'ammetto...la terra sotto i piedi m'è venuta a mancare... ho cercato comunque di rimanere calma, per rassicurare lei, e le ho promesso che non avrei detto nulla fino a quando non m'avesse fatto sapere i risultati delle analisi


alle 12 ancora nulla, l'ho chiamata per avere notizie ma era ancora in attesa


alle 14.00, al rientro dalla pausa pranzo, trovo due chiamate perse sul cellulare... la richiamo, e mi dici "ho l'influenza suina!!!"


ecco, io già stamattina mi sentivo poco bene al mio risveglio, un bel malditesta di prima mattina aiuta, poi dopo la prima telefonata mi sono sentita un po' strana... poi in pausa mi dicevano che ero un po' rossa in viso... ed io lì, che non potevo dire "RUN FOR YOUR LIFE!!! forse siamo tutti un po' maiali!" (no, vabbè quello lo siamo un po' sempre...) ma comunque non potevo commentare...


giusto per scaricarmi un po' ho pensato bene di parlarne con Igor, così...il quale, visto che poi m'ha sentita agitata e che non gli ho più risposto su skype, ha provato a chiamarmi... poi, giusto per avere qualche nozione in più al livello profilattico (non la "tutina" che indossa il "migliore amico" dell'uomo...), ho chiamato mia madre, la quale al telefono mi ha chiesto un paio di cose sul mio stato (psico)fisico


quando finalmente la notizia s'è sparsa, e potevo essere libera di sfogarmi, e c'era un principio di panico... ho fatto quella "tranquilla", insomma se c'è stato contagio ormai indietro non si torna...


solo che, mi sono misurata la febbre ed ho 37°, non mi sento nientebene adesso...


ed inpiù ho una gran voglia di grufolare!!!


ad ogni modo ecco qualche nozione utile per voi offerta da Igor:


Nuova Influenza A H1N1 trasmissione virus: molte le domande su come si trasmette il virus dell'influenza A H1N1 - Il sito di Altroconsumo sta diffondendo utili ed interessanti informazioni sulla situazione attuale legata alla nuova influenza A H1N1.
Riportiamo un sunto di quanto relativo a 12 domande più ricorrenti.
Nonostante i giornali abbiamo dato enfasi alla notizia del "primo morto italiano", si ricorda che, purtroppo, anche la normale influenza di stagione provoca migliaia di morti ogni anno.
Cerchiamo di sciogliere ogni dubbio rispondendo alle domande più frequenti.


 


 


1. Che cos'è questa nuova influenza A(H1N1)?
L'influenza "suina", come fu battezzata inizialmente, è una malattia respiratoria acuta che si presenta con sintomi paragonabili a quelli della classica influenza stagionale, causata però da un nuovo virus influenzale del tipo A (H1N1).


2. Perché è stata definita "suina"?
L'appellativo "suina" deriva dall'origine del virus: è frutto dell'incrocio tra due ceppi di virus influenzali che infettano i maiali, due virus da tempo diffusi negli allevamenti.


3. Perché è stata definità pandemia?
Si ha una pandemia quando una nuova infezione riesce ad espandersi in più zone del mondo contemporaneamente, in tempi rapidi e diffusamente a livello delle singole aree, così come sta facendo il virus A H1N1.


4. Che differenza c'è tra la nuova influenza A e l'influenza stagionale?
In termini di vie di trasmissione, sintomi e trattamento non sembra esserci differenza tra le due influenze. La differenza sta nella probabilità di essere contagiati. L'influenza stagionale è data da virus influenzali che da tempo circolano nella popolazione, di cui l'uomo negli anni conserva parziale memoria immunologica, cioè capacità di difendersi (parziale, poiché il virus si ripresenta leggermente diverso ogni anno). L'infezione annuale quindi non sorprende tutta la popolazione, e proprio per questo il numero di malati e di decessi è contenuto.
La nuova influenza è causata invece da un virus nuovo, che la popolazione mondiale non ha mai dovuto affrontare, e contro cui non ha nessuna difesa immunitaria. Questo non vuol dire però che l'influenza sarà di sicuro più grave o più mortale, ma solo che un numero maggiore di persone potranno prendersela, un enorme problema per le risorse sanitarie e l'economia mondiale.


5. Come si trasmette?
La trasmissione da uomo a uomo avviene come per la classica influenza: si verifica per via aerea attraverso le micro-gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche per via indiretta attraverso il contatto con mani ed oggetti contaminati dalle secrezioni respiratorie dei malati. Per questo una buona igiene delle mani e ed una maggiore accortezza nel non diffondere l'infezione (per es. coprendo bocca e naso non con le mani, ma con un fazzoletto in caso di starnuti e colpi di tosse) è essenziale nel limitare la diffusione dell'influenza.
Va ricordato che una persona adulta può trasmettere il virus dal giorno prima dell'inizio dei sintomi fino a tre/sette giorni dopo l'inizio della malattia.


6. Chi sono le persone più a rischio di complicazioni?
In questo momento, i dati disponibili indicano più a rischio di complicazioni i malati cronici, come persone con problemi cardiaci e respiratori, i grandi obesi, chi ha difese immunitarie compromesse da malattie o terapie, gli anziani, i bambini sotto i due anni e le donne in gravidanza.


7. Cosa fare per proteggersi?
Ci sono alcune semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione di malattie infettive in generale, e quelle che si trasmettono per via aerea (come l'influenza). In particolare:
    * lavare spesso le mani con acqua e sapone e in particolare dopo avere tossito o starnutito o dopo aver frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici; se acqua e sapone non sono disponibili è possibile usare in alternativa soluzioni detergenti a base di alcol;
    * coprire naso e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta) quando si starnutisce e gettare il fazzoletto nella spazzatura;
    * evitare di toccare occhi, naso e bocca prima di aver lavato le mani; i germi, e non soltanto quelli dell'influenza, entrano nel nostro organismo attraverso questi organi.


8. Quali sono i sintomi?
I sintomi che caratterizzano l'influenza A/H1N1 sono gli stessi della classica influenza stagionale, e sostanzialmente tre:
    * febbre alta sopra i 38° C
    * almeno uno di questi sintomi respiratori: raffreddore, dolore alla gola, tosse
    * dolori importanti a muscoli e articolazioni.
Questa influenza è a volte accompagnata da disturbi gastro-intestinali.
Nel lattante invece è comune che l'infezione si manifesti con vomito e diarrea e solo eccezionalmente con febbre.


9. Cosa fare se si sospetta di avere contratto l'influenza A (ma anche la classica influenza stagionale)?
Se si ha il sospetto di essere malati, non bisogna recarsi in ambulatorio, né in farmacia, né in ospedale, ma contattare il proprio medico telefonicamente. Ci fornirà tutte le istruzioni del caso, sia per quanto riguarda le norme di comportamento da assumere che per quanto riguarda la terapia. L'influenza infatti, nella maggior parte dei casi, si conclude con la guarigione del paziente: il medico di famiglia, conoscendo bene lo stato di salute dei pazienti e quello dei familiari conviventi, è il riferimento da privilegiarsi per ogni tipo di necessità.
Se si è malati è essenziale rimanere a casa evitando i contatti non necessari con altre persone, non intraprendere viaggi, non recarsi al lavoro o a scuola, in modo da non diffondere il virus ad altre persone e da ridurre il rischio di complicazioni (si intende sovra-infezioni da parte di altri virus o batteri).


10. Come si cura?
Normalmente, in caso di influenza si fa ricorso soltanto a rimedi contro i sintomi. Oltre ai semplici ma efficaci rimedi casalinghi (assunzione di liquidi, riposo, umidificazione dell'aria…) il medico di famiglia potrà consigliare alcuni farmaci, generalmente antipiretici contro la febbre e antidolorifici per il mal di testa e i dolori articolari e muscolari.
Nel caso dell'influenza è assolutamente inutile ricorrere all'uso di antibiotici.
Sintomi come febbre e tosse sono assolutamente comuni nell'influenza, ed essendo causati da un virus e non da batteri, usare un antibiotico è insensato.


11. È utile assumere farmaci antivirali?
Il virus H1N1 è sensibile ai farmaci antivirali oseltamivir (Tamiflu, 36,80 euro) e zanamivir (Relenza, 32,60 euro), acquistabili in farmacia solo con ricetta medica, totalmente a carico del paziente.
Le migliori conoscenze oggi disponibili indicano però che l'unico beneficio dato da questi farmaci è la riduzione della durata dei sintomi, pari ad un giorno negli adulti sani e un giorno e mezzo nei bambini sani. Inoltre, l'efficacia e la sicurezza di questi farmaci non sono accertate in bambini inferiori ad un anno, donne in gravidanza e allattamento, anziani sopra i 65 anni, persone con malattie croniche (cardiache e respiratorie), bambini asmatici e persone con difese immunitarie compromesse.
Tenendo quindi conto che l'influenza per natura è una malattia che si risolve in pochi giorni, il vantaggio è decisamente modesto, a fronte di effetti indesiderati da non sottovalutare (nausea, vomito, insonnia, allucinazioni, irritabilità nei bambini) e del costo elevato per il paziente.


12. Che informazioni abbiamo attualmente sul vaccino?
Secondo il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali il vaccino contro il nuovo virus influenzale sarà disponibile dalla seconda metà di novembre 2009 ai primi mesi del 2010.
È difficile dire se il vaccino sarà utile o no, dipende da molti fattori. Prima di tutto dalla disponibilità di questo ultimo prima che compaia il picco di infezione, che attualmente è previsto in Italia per la seconda metà di dicembre. Ancora prima, dipenderà dall'efficacia che il vaccino dimostrerà negli studi clinici necessari alla sua approvazione. Su questo argomento, così come sulla sicurezza del vaccino, nulla può essere anticipato, poiché gli studi clinici sono attualmente in corso. L'unica informazione che abbiamo è che la metodica di preparazione del nuovo vaccino ricalcherà quella del vaccino influenzale stagionale che ogni anno arriva nelle farmacie.
Per quanto riguarda chi dovrà essere vaccinato, la decisione viene presa in base alle caratteristiche epidemiologiche dell'infezione (diffusione, gravità, fasce di popolazione colpite) ed all'esigenza di mantenere attivi i servizi pubblici, in particolare quelli sanitari.


Per ora comunque ci vuole molta cautela su questo argomento. Va però ricordato che il vaccino è comunque un grande business per le aziende farmaceutiche che lo produrranno. L'affare è enorme e bisognerà davvero vigilare perché gli interessi industriali non prevalgano su quelli della gente.

martedì 27 ottobre 2009

il potere di un buon racconto

da che mondo e mondo a casa mia si celebra la capacità di raccontare bene ciò che accade, sia che accada a noi sia che accada a chi ci circonda, o una storia... la potenza di un buon racconto, la fascinazione che anche un buon libro ci può dare è una cosa unica...


sono cresciuta ascoltando i racconti di zii, zie, cugini, alle volte erano talmente esilaranti, anche se si parlava di tristi vicende, che avevo le lacrime agli occhi edun crampo alla mascella a forza di ridere...


mi auguro di aver preso anche solo un minimo di questa abilità...


 [youtube http://www.youtube.com/watch?v=GdJT5hjRSR4&hl=it&fs=1&color1=0x402061&color2=0x9461ca&border=1]


anche perchè una buona storia t'allunga la vita...

lunedì 26 ottobre 2009

torno sui banchi

inizio ad essere nervosa, tra qualche ora inizierò un corso, torno sui banchi a distanza di più di 3 anni dall'ultimo corso fatto... sarà una stupidaggine ma, ogni volta che inizio qualcosa di nuovo, mi sento sempre un pochino "emozionata"...


qualche settimana fa un'ex compagna di classe dei tempi del liceo mi ha convinta ad iscrivermi ad un corso di fotografia, o meglio tutto è nato chiaccherando di fotografia, di cui entrambe siamo appassionate...


o forse è nato molto più tempo fa, visto che la fotografia è una passione che, nella mia ha sempre avuto un grosso rilievo, mio nonno materno (che io non ho conosciuto) sviluppava e stampava foto in uno stanzino da lui adattato a camera oscura ci sono ancora i fili appesi con le mollettine), e faceva giocare i figli con la carta fotografica


i miei genitori, quando ero bimba, facevano tantissime foto, sviluppavano molti rullini, e qualche foto l'hanno pure stampata, spesso dico che la mia idiosincrasia, nonchè una notevole rigidità, al momento d'essere fotografata è dovuta al fatto che nei primi 2 anni e 1/2 (cioè durante il mio "regno" da figlia unica) sono stata fotografata in ogni istante della mia vita...


le foto mi hanno sempre affascinata, ricordo che durante il corso di sviluppo e stampa avevo i brividi aspettando che la foto comparisse sul foglio che avevo immerso nei vari acidi e nell'acqua... ricordo quanto avrei voluto poterlo continuare a fare a casa, ma come fosse impraticabile visti gli spazi angusti in cui vivo con la mia famiglia...


ed adesso...


adesso ho avuto in regalo dai miei, avere un padre appassionato in qualcosa può essere un vantaggio, una reflex che devo, ma soprattutto VOGLIO, imparare ad usare... e tanta strada ancora davanti a me... mio padre, mio cugino fotografo hanno gran fiducia in me...


io m'auguro d'iniziare a capire cosa mi dicono tutti i vari appassionati fotografi che incrocio e che mi parlano in maniera così entusiasta, fino ad ora sono andata avanti ad istinti, adesso voglio anche un po' di tecnica!!


comunque ora in borsa ho una bella mela per l'insegnante, sperando che così mi perdoni gli eventuali ritardi!!!

venerdì 23 ottobre 2009


ci sono posti che mi fanno sognare, che mi permettono di staccare e riflettere, alcuni di questi mi sono entrati talmente nel cuore da riuscire a vederli con gli occhi della mente... a volte solo grazie a questi angolini riesco ad andare avanti, sono i miei posti del cuore, in ogni posto dove sono stata per più di qualche settimana ne ho scovato almeno uno...

giovedì 22 ottobre 2009

ma la tua anima gemella???

Stamattina sonnecchiavo in metro, niente mp3 (scaricatosi durante la ricerca parcheggio), poche ore di sonno alle spalle…

Quando, ad un certo punto, in prossimità di Eur Magliana mi giro e vedo un tizio, un signore in giacca e cravatta, che mi fissa, visto che la gente non sa più chiedere: “scusi che scende alla prossima?” ho pensato che fosse quello ciò che voleva, ed ho quindi detto: “deve scendere alla prossima? Allora la faccio passare”

Questo quindi mi si è avvicinato e dopo un po’ mi dice: “ma tu non lavori qui a Magliana? Non sei un’informatica?” io: “no” tipo bizzarro in giacca e cravatta “ma hai un’anima gemella?” …

(inciso) Allora non so voi, ma da me un’anima gemella è la persona amata, o quella che crediamo di amare, da Wikipedia:

L'anima gemella è una leggenda simultaneamente legata a quella del destino. Entrambe infatti, si basano sulla concezione che la vita sia già predestinata. La credenza dell'esistenza dell'anima gemella, in particolare, insegna come esista un'unica persona con la quale si è destinati a stare. Da qui, il legame con il destino.

-          Io: “prego?”

-          tipo bizzarro in giacca e cravatta: “ma sì un’anima gemella, uguale a te, lavora qui a Magliana come informatica, alla cccc (avevo troppo sonno per capire il nome dell’azienda). Ce l’hai?”

-          io: “ehmmm… no”,

-          tipo bizzarro in giacca e cravatta “ma è proprio identica a te! Sicura che non hai un’anima gemella? Informatica?”

-          io: “beh, guardi… il mio ragazzo è informatico…” (sempre più confusa)

-          tipo bizzarro in giacca e cravatta: “ma no!! un’anima gemella! Identica a te!!”

È sceso a Magliana continuando a parlare di anime gemelle… ed io ho rimpianto l’mp3.

Ecchecavolo!! Ma la differenza tra anima gemella e gemella non la sa??? qui di seguito la spiegazione sui gemelli di Wikipedia:


Per gemelli si intendono, in biologia, i nati da un solo parto. Il termine generale, significa per più di un discendente dalla stessa gravidanza è multiplo, per esempio i parti trigemini si riferisce a casi di tre discendenti dalla stessa gravidanza. Un feto da solo nell'utero è chiamato un singolo sacco.


A questo punto spero che Igor non incontri la mia “anima gemella”…potrebbe capire che è la sua “anima gemella”!!!

ps: mia nonna paterna aveva un gemello, la mia bisnonna oltre a loro due ebbe un'altra coppia di gemelli (sempre maschio e femmina) mi hanno detto che potrei averne anche io...

ma dove mi parcheggio?

Fino alla mezzanotte di ieri questo post aveva un tono (nella mia mente) allegro e spiritoso, avevo intenzione di scrivere e descrivere quanto mi piacesse guidare di notte, del fatto che se aveste incontrato una matta che, sola in macchina sul raccordo, cantava ed ondeggiava con la testa quella matta ero io…


Beh… il tono (sempre mentale) ha preso una piega piuttosto arrabbiata/delusa/sofferta, e chi più ne ha più ne metta, quando, con mia amara sorpresa, ho scoperto che non c’era un solo posto libero (solo mezzi posti) in giro per la mia zona…


Ho girato in tondo come una dannata (è un nuovo girone questo: “automobilisti in cerca di parcheggio”) per almeno un’ora, facendo vari tentativi, pensando se potevo: a. tagliare in 2 la macchina e piazzarla nei vari mezzi posti lasciati liberi (opzione non gradita dai proprietari, i miei nb), b. di parcheggiarla su un passo carrabile per svegliarmi all’alba – indi qualche ora dopo – e spostarla (improponibile, non ce l’avrei mai fatta), c. fare un parcheggio assurdo provando a salire che ne so su un albero, metterla in mezzo alla piazza del quartiere (anche questo molto difficile)


Alla fine, disperata, sono andata sulla Trionfale, a circa 15’ a piedi da casa, ho preso le due sedie che avevo nel bagagliaio e che erano servite la sera stessa, e mi sono incamminata, erano le due meno un quarto…


Davanti a me una ragazza che, come ho scoperto dopo, aveva avuto lo stesso “parking problem”, la quale, dopo aver sentito il rumore dei miei passi ha iniziato ad accelerare sui suoi stivali col tacco 12, rischiando così di farsi male, come è ovvio che sia (avevo le ballerine oltre che una 20na di cm di gamba in più) l’ho raggiunta al semaforo, rassicurata sulla mia assenza di intenzioni (non solo cattive a quel punto ero troppo stanca) e l’ho superata, salvo poi rallentare per non mollarla da sola…


Beata lei, dopo 5’ è arrivata a casa, ed io ho messo le sedie pieghevoli a mò di armi da difesa…


Nel frattempo Igor, che avevo lasciato svenuto sul letto dopo un’estenuante giornata dedicata alla preparazione della sua “cena d’addio alla casa”, mi chiamava (assonnato) per sapere se ero ancora viva…


Io non sono una persona molto paziente se sotto stress, ammetto quindi che, nel sentire quella voce assonnata che ripeteva a mò di mantra “mi dispiace”, mentre io camminavo tenendo in bilico due sedie su un braccio, la borsa scivolata sull’altro ed il cellulare bloccato tra orecchio e spalla, mi sono innervosita, stavo per dire “adesso i tuoi ‘mi dispiace’ non mi aiutano”, ma ho fatto invece un gran respiro ed ho detto “senti, al momento mi viene da piangere, e non mi va di farlo… inoltre credo che sia meglio che tu vada a dormire…” Fredda? Forse, ma meglio che aggressiva, e comunque ho già chiesto scusa…


Il problema è che fino a non molto tempo fa i parcheggi si trovavano, ora sono già un paio di volte che salgo su questo otto volante e non ne scendo molto bene…


Le macchine in quartiere sembrano aumentate, soprattutto sembrano aumentati quegli inutili macchinoni ingombranti, che mal si “sposano” col quartiere di piccole strade qual è il mio, e che francamente trovo  ridicoli (saranno una maniera di compensare qualcosa?)


Quei cosi, spesso e volentieri, sono messi così male che lasciano solo mezzi posti a noi altri, poveri plebei…


Ed allora che fare?


Credo mi darò al parcheggio non solo creativo, ma stuntistico… ovvero? Saltando una fila di macchine farò planare gentilmente la macchina sopra il terrazzo del mio condominio, o, qualora fosse già impegnato, sul primo albero a disposizione!!!


Oppure sperare molto biecamente che arrivino i parcheggi rosa di Bologna anche da me!!!

mercoledì 21 ottobre 2009

He Wishes for the Cloths of Heaven

Had I the heaven's embroidered cloths,
Enwrought with golden and silver light,
The blue and the dim and the dark cloths
Of night and light and the half-light,


I would spread the cloths under your feet:
But I, being poor, have only my dreams;
I have spread my dreams under your feet;
Tread softly because you tread on my dreams.


William Butler Yeats

martedì 20 ottobre 2009

ma uno più uno quanto fa? e soprattutto il pi-greco c'entra??

a volte, alcune rarissime volte, rimpiango che la mia conoscenza di matematica sia andata in tilt intorno alla seconda media, fino a quel momento sapevo pure fare di calcolo a mente (cioè non avevo bisogno di contarmi le dita o di avere una calcolatrice), la prof di matematica dell'epoca (ne ho avuta una ogni anno, ma io quella l'ho adorata) molto intelligentemente mi aveva fatta sedere accanto al più bravo della classe (almeno in matematica) e noi due (come aveva previsto e voluto la prof.) avevamo stipulato un patto lui spiegava tutti i vari esercizi, le regole etc, ed io avrei fatto tutti i calcoli...


l'anno successivo nuova prof, nuovi metodi...il mio stop...


mia madre qualche settimana fa esclamava "ma come mi sei venuta fuori così ignorante te??" (nb la famiglia di mia madre campa di matematica e calcoli vari, tra nonni laureati in fisica, zii laureati nelle più disparate materie scientifiche)


oggi, disperata, chiamo mia cugina, laurea in matematica, sta facendo un dottorato di matematica ad ingegneria: "EEEEEEELenaaaaaa! devo calcolare i cubi di una scatola!!" (per una spedizione per lavoro) Elena al telefono mi ha detto che fare: "fai 40x30x25 quello che ti viene diviso 1.000.000" al che io, sapendo che lo dovrò rifare a breve, e sapendo che lei domani parte per Boston ho provato a chiederle se dovevo fare sempre così il calcolo, risposta? "se vuoi la vita più semplice trasforma prima tutti i cm in metri, avrai lo stesso risultato"


io mi sentivo "sconfitta" dalla mia ignoranza, lei gongolava perchè finalmente aveva appurato che "serve studiare matematica"


la chiamerò anche mentre starà a Boston!!!

lunedì 19 ottobre 2009

mattina, esterno giorno, una stazione piena di studenti in età liceale, fa un freddo cane... arrivo con le cuffie nelle orecchie, cerco di infilarmi tutta tra sciarpa e giacca in simil pelle, riconosco una ragazza ferma in banchina tolgo una cuffia per salutare (ogni tanto anche io sono civile) anche lei fà lo stesso, breve scambio di battute per dire che siamo educate: "mamma mia che freddo!! non ci sono più abituata!!" "eh...ma è perchè è cambiato in maniera troppo brusca, fino a qualche giorno fa era oltre i 25°...io non ho neanche fatto il cambio di stagione!!" "a chi lo dici!! io ho tirato fuori queste cose ieri sera!! ...vabbè torno ad isolarmi...", ed anche io faccio lo stesso...
il treno arriva, carico come solo un treno di pendolari delle fs può essere, i carri bestiame sono molto meglio, ho sentito dire che alle mucche passano pure da mangiare e bere, noi neanche l'aria abbiamo!!! io devo assolutamente salire, il giorno prima ho fatto 1/2 ora di ritardo al lavoro, il che vuol dire che, per non uscire dopo le 18.00 (che è una brutta zona quella), ho fatto una pausa pranzo di mezz'ora...mi guardo attorno sconsolata,  la ressa per salire è degna del video dei Metallica, dalla cabina del macchinista in fondo al treno scendono dei liceali, li guardo con invidia...non oserei mai farlo...mai...
nel farttempo io e la ragazza di prima ci guardiamo sconsolate... buttiamo un occhio, c'è un padre con pargola appresso che la sta caricando proprio nella suddetta cabina!! la ragazza, uno scricciolo la mia metà sia in altezza che in larghezza, dice "e vabbè!! perchè no??" ed inizia a salire, ed io mi dico: "ma se sale lei che a fatica arriva alla scaleta, io rimango qui a guardare il treno che parte???", mi aggrappo ai corrimano laterali ed inizio la salita, alle mie spalle altri due liceali...
mentre noi quattro rimaniamo nell'anti-cabina i due ragazzini si vanno a piazzare sul sedile del macchinista...
è tutto buio, la bambina è un po' preoccupata, non c'è luce, la porta l'abbiamo dovuta chiudere noi... nei cinque minuti tra una fermata e l'altra ho potuto assistere ad un po' di psicologia, il padre, per tranquillizzarla, l'ha rassicurata lui prendeva "tutti i giorni il treno e salva spesso lì", la ragazza aggiungeva "lo vedi? ci siamo anche noi"... io ho pensato che, nei miei abiti da lavoro, ero sufficientemente inquietante meglio non dire nulla... alla fine il padre aggiungeva sempre: "tranquilla! alla prossima scendiamo!" credevo fosse perchè erano arrivati a destinazione...
no, alla fermata successiva, sono scesi e sono saliti in una delle carrozze... e noi? beh la ragazza mi ha guardato ed ha detto: meglio se ci spostiamo pure noi, se ci beccano sai che bella multa!!" ed è saltata giù, io l'ho seguita, i due ragazzini sono rimasti seduti ai comandi... loro possono rischiare, mammà e papà pagheranno pure per loro!!

mercoledì 14 ottobre 2009

"La donna uscì dalla costola dell'uomo, non dai piedi per essere calpestata, nè dalla testa per essere superiore, dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta e accanto al cuore per essere amata.''

(William Shakespeare)


mi spiace per voi ma mi sento femminista ultimamente!



Karl vs le curve

The anorexic chicks, the model 6
They dont hold no weight with me
Well 8 or 9, well thats just fine
But I like to hold something I can see


Karl Lagerfeld attacca una rivista "Brigitte", credo tedesca, perchè ha scelto di mettere donne "normali" e non modelle sulle proprie pagine... quindi Karl (e modelle) vs donne "comuni" = madri, professioniste etc.... Godzilla contro Gamera era meglio... qui si rasenta lo squallido...

con taaaaanta taaaaanta simpatia il tipo parte all'attacco dicendo che nessuno "vuole vedere donne rotonde", (prego?? O.o Tza-Tza Gabor si starà rivoltando nella tomba - è morta vero? non è che sto facendo una gaffe tipo quella tipa con la sesta di reggiseno e la retro di cervello?? - lei che diceva "tenetevi le curve: magari sono pericolose ma nessuno le eviterà mai"...a meno di 24h devo fare un'errata corrige la frase è di Mae West)  spara a zero sulle mamme "grasse che si siedono davanti alla tv con i loro pacchetti di patatine"... che uomo di gran classe...che stile... no, non sto parlando dei suoi abiti...

ed io leggo, penso, mi rode... mi rode perchè, anche se so pensare col mio cervello, even if (a scuola mi hanno insegnato che le ripetizioni sono un errore...e se lo scrivo in un'altra lingua?) sono un essere sensiente (parrebbe), anche a me hanno fatto il lavaggio del cervello... io che quando salgo sulla bilancia spero di non vedere variazioni (in salita, sono onesta, più che in discesa), io che dentro di me gongolo quando mi dicono che sono dimagrita (e mica è detto che sia positivo), io che ho rasentato i due opposti del "problema cibo" ed ogni tanto mi ci muovo attorno... il cibo rimarrà sempre la mia maniera per manifestare malessere? ne troverò altri? no, già questo è troppo...

non lo so... fatto sta che su quel treno, mentre congelo, mentre m'innervosisco per il ritardo che si accumula, m'innervosisco con un tizio che, a guardare la foto, ormai è "congelato"  da botulino,  il cui cervello ha accumulato un ritardo tale che ormai i neuroni hanno lasciato la banchina, che probabilmente le donne non le ha mai amate particolarmente (non sono sicura, dovrei vedere qualcuno dei suoi capi per poterlo affermare con certezza), che inneggia al mondo da sogno ("Il mondo della moda è fatto di sogni ed illusioni")  dove le donne sono appendiabiti, appendiabiti che mostrano i suoi vestiti, non li indossano... perchè del resto siamo noi che portiamo i vestiti e non loro ad essere indossati da noi...

quel "mondo", come tanti altri "mondi", impongono ad ogni essere femminile su due gambe (=donna, avete presente?) di ogni età di avere un determinato fisico, essere in una determinata maniera., a saper fare ogni cosa, ad annullarsi ed al tempo stesso a muoversi a spallate... essere semplicemente PERFETTE...e per essere tali dobbiamo, soprattutto, essere "magre", fino ad affamarci... dobbiamo rientrare nei canoni, canoni stabiliti da altri...una bella pressione...

l'ultima volta che sono stata in Svezia, non ricordo se ne ho già parlato, parlavo con una parente di mio padre, la quale mi spiegava che, anche nella civilissima (dal punto nostro di vista) Svezia, le donne sono sottoposte ad una pressione sociale tale da "sfogare" questa pressione bevendo...
bevono da sole, bevono tanto, bevono per stordirsi... e così non sentirsi più inadeguate in una società che molto chiede da loro... dico loro, ma dovrei dire noi... come ci giriamo alla fine è una battaglia per l'affermazione, una battaglia per il rispetto, una battaglia...

una battaglia che per ora non ci vede vincitrici, a volte pare tanto se strappiamo un dignitoso pareggio, andando a stravolgere quello che siamo, paradossalmente il più delle volte il nostro peggior nemico siamo noi...

noi donne, tra donne, in determinati ambiti possiamo divenire spietate, mi vengono i brividi se penso alle affermazioni della responsabile dell'amministrazione in ufficio da me quando ci fu l'annuncio che una collega era incinta: "ma perchè non le annegano??". siamo ormai così abituate a fare e dare battaglia che alla fine ci facciamo battaglia tra di noi, ed è una guerra tra poveri, che non ci porterà a nulla... se non a rimanere dove siamo ora...

ma torno al signor stilista dell'inizio (io divago, perdonatemi, ma ho avuto ottimi maestri in materia), mi vien da dire "No Karlo, no Karlo io non ci kasko..." (ok, battuta fiacca), mia madre - giusto per fare un esempio a me vicino - non stava davanti alla tv col suo bel pacchetto di patatine invidiando a morte quelle poverette che "portano in giro i tuoi vestiti d'haute couture", nessuna delle mie zie lo ha fatto, nessuna di loro ne aveva il tempo... troppo impegnate a gestire figli, marito, casa e lavoro (non necessariamente in quest'ordine) per avere il tempo per farlo...

vabbuon...al solito ho messo un po' troppa confusione in questi miei pensieri, passo quindi a farvi leggere un post che ho trovato in rete che affronta meglio ed in maniera più chiara parte di quello che ho piazzato sul fuoco dei miei pensieri:



Donne alla ricerca della felicità - come decrescere, senza far danni, ed essere più felici




di Annalisa Melis
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Carriera o famiglia? Aggressività o dolcezza? La controversa società di oggi obbliga le donne ad una dolorosa scelta che, il più delle volte, comporta il sacrificio della femminilità sull’altare delle logiche del mercato. Quest’ultimo, nuovo potente padrone, ha reso la donna moderna “libera ed emancipata” ancora una volta schiava, stavolta del sistema. Spezzare le catene, tuttavia, è ancora possibile. La decrescita felice ci spiega come riuscirci…
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"Tante volte penso che se fossi nata uomo certi conflitti interni che mi rendono frustrata e ansiosa non li avrei"


Sarebbe stato meglio nascere maschio o femmina? Uguale, spesso mi rispondo.Oggi, nell’Occidente industrializzato, le disparità tra uomo e donna non sono poi così tante ed io, comunque, ho la fortuna di godere di una serie di diritti che purtroppo le mie ave non avevano e le donne di altri Paesi nel mondo non hanno tuttora.

Soprattutto abitando in una grande città, anche se fossi un uomo vivrei il malessere di sentirmi la rotella di un grande ingranaggio: la società iper-produttiva e iper-consumistica che vuole consumatori al posto di persone e che cerca di stritolare al suo passaggio tutto ciò che incontra, compresi il senso critico ed il buonsenso dei cittadini.

Poi mi fermo a considerare le vite di mia nonna o di mia madre paragonate alla mia: se loro invidiano la mia (pseudo) libertà, io invidio loro per i rapporti sociali e familiari che avevano.

Tante volte penso che se fossi nata uomo certi conflitti interni che mi rendono frustrata e ansiosa non li avrei.

Cedere a quella parte di me che vuole tranquillità, benessere ed essere mite senza dominare, o a quella che necessita di esprimere la propria personalità ed avere un posto nel mondo (e che per farlo ha bisogno di imporsi con forza)?

Tentare di fare carriera nel lavoro con lo slancio aggressivo che ciò comporta o relegare la vita professionale in secondo piano per dare spazio a famiglia e casa?

Non mi va di fare una scelta simile, ma pare che non ci siano vie di mezzo: non è possibile lavorare poco ed essere realizzati e ben pagati, né lavorare tanto ed avere comunque tempo libero per il resto. Inoltre, nei più svariati campi dell’esistenza spesso o ti imponi o vieni sottomesso.

In un mondo che vede il successo solo come raggiungimento di un’alta posizione sociale e lavorativa attraverso la competizione e l’egoismo (caratteristiche maschili!è testosterone!), come coniugare la spinta all’indipendenza e all’autorealizzazione propri di ogni persona intelligente e libera, con quella tendenza alla dolcezza, alla maternità, ai rapporti basati su dialogo e collaborazione che mi porto dentro come eredità del secolare ruolo femminile nella società?




Come coniugare il desiderio di indipendenza con l'istinto materno e la femminilità?


L’istinto, quasi biologico, di avere una famiglia e di occuparsi delle persone care mal si addice all’icona della donna di successo e si sposa malissimo anche con la figura di una modesta, e un po' “sfigata”, lavoratrice urbana…Cosa fa, infatti, una donna “cittadina” oggi? Esacerba il suo lato maschile.

Gareggia, compete, entra in guerra con la schiera di concorrenti che aspettano un lavoro e, una volta ottenuto, si fa in quattro per tenerselo, magari accettando di fare straordinari massacranti, sopportando umiliazioni o schiacciando cinicamente gli avversari nella scalata sociale.

La donna cittadina non ha tempo per sé, vive in mezzo al cemento ed è costretta ad acquistare qualsiasi bene e a demandare ad altri qualsiasi servizio sociale (compresa la cura dei bimbi di pochi mesi!) perché non sa più come e quando farlo (ma più lavora o ha successo e più ha soldi per delegare, che bello!).

Ogni lei, nella nevrosi della disumanizzazione degli abitanti di una grande città, ha paura del prossimo e non si fida di nessuno… Cosa c'è di femminile in tutto questo?

Ah no, scusate, dimenticavo il venerdì ed il sabato sera.

Le ragazze, il fine settimana, possono uscire con i propri amici (se sono riuscite in questo caos a mantenerne qualcuno) per “liberarsi dallo stress” fumando, bevendo, spendendo soldi in locali alla moda e vestendosi in modo provocante per dimostrare così la propria femminilità!

E consumare, consumare... anche il sesso.

Un’adulta, invece, nel tempo libero può accompagnare i figli ai vari corsi di piscina, danza, inglese, karate, calcio, pallavolo oppure fare shopping, andare dalla parrucchiera, dall’estetista… tutta qui la femminilità.

Ancora una volta consumare, consumare, consumare.

Per un’anziana, poi, non c'è proprio verso. In pensione, prende una miseria; ha tempo, ma non serve più a questa società e se non ha dei parenti particolarmente caritatevoli, ciò che l'aspetta è la solitudine e spesso la povertà.



Cosa fa una donna “cittadina” oggi? Esacerba il suo lato maschile


Mentre io vivo questa situazione come fonte di enormi conflitti interiori, qualcun’altra invece è felice della propria vita. Tuttavia, il risultato di una società dove la donna ha guadagnato tanti diritti ma ha perso la possibilità (e a volte anche la volontà) di esprimere il proprio essere femminile, è un mondo solo maschile, duro, incompleto e che, anche per questo motivo, non può produrre individui sani. Basta accendere la televisione per rendersi conto della deriva culturale e sociale dell’ "Occidente": dalla degenerazione degli adolescenti, alla donna-oggetto proposta, fino alla gestione pazza e criminale della Terra e dei suoi abitanti da parte dell’elite maschile al potere.

Quando ho letto il libro di Maurizio Pallante, La decrescita felice, ho potuto con commozione trovare i miei stessi dubbi e pensieri nel capitolo in cui parla di donne e famiglie urbane.

Cosa c'entra la decrescita? C’entra parecchio! “Decrescere” vuol dire rallentare, consumare di meno, vivere di più, dedicarsi a ciò che si ama, ritrovare la convivialità nei rapporti con gli altri.

Non possiamo più permetterci di continuare nella corsa sfrenata ad una crescita che non abbiamo idea di dove voglia arrivare. Le risorse non sono illimitate: dobbiamo capirlo e farne un uso più sobrio. Il bello, però, è che così facendo recupereremmo di nuovo degli spazi per noi! Spazi per fare e per pensare.

Tutto ciò non vuol dire riproporre schemi del passato, ma recuperare ciò che di buono abbiamo voluto abbandonare in nome di una innovazione totale.

Tra le vittime del progresso vi è, ad esempio, la famiglia allargata.

Questa è morta con le industrie ed il capitalismo che, avendo bisogno di sempre più braccia a buon mercato per produrre, hanno sfruttato la voglia delle donne di uscire dal controllo di un padre o marito “padrone” per dar loro un posto nel grande mondo del lavoro.

Eccole così risucchiate nel girone infernale dei lunghi orari lavorativi, catapultate in città brulicanti di sconosciuti e strappate via al lavoro nei campi e alla loro vita domestica fatta in una grande casa condivisa con la famiglia allargata.




Tra le vittime della società della crescita sfrenata vi è la famiglia allargata


Eppure questo modello familiare aveva una sua funzionalità ed economia. Gli anziani si occupavano di varie cose tra cui la cura dei bambini mentre i genitori adulti erano occupati in altre attività. In passato quelli che oggi vengono chiamati “vecchi” erano considerati, data la lunga esperienza di vita, saggi consiglieri e la preziosa memoria della famiglia. Adesso li rinchiudiamo in ospizi o li abbandoniamo alla povertà solitaria.

I bambini, dopo la scuola, vivevano nel loro nucleo familiare e non venivano parcheggiati per la gran parte della giornata in asili o affidati a baby-sitter.

Perché adesso dobbiamo lavorare, lavorare e ancora lavorare per pagare l'ospizio, l'infermiere, l'asilo, la baby-sitter? Che senso ha?

Prima ci si prendeva cura uno dell'altro, a turno, in un ciclo del tutto naturale.

C'e' chi giustamente controbatte che una famiglia allargata comportava una gestione patriarcale dell'esistenza, con tutte le restrizioni che ne derivano soprattutto alle donne. Queste, oggi, possono avere una cultura e un loro stipendio per non dover più dipendere dagli uomini della famiglia: ciò è senza dubbio un traguardo importantissimo.

Sì, è vero, Non c'è più il padre-padrone, ma pensateci bene. C'è la dipendenza totale da un padrone diverso: il mercato. È questo a decidere quanto vali, quanto puoi guadagnare, comprare e lavorare per pagare cose che prima facevi da sola o tramite la tua famiglia allargata o ancora attraverso la cerchia femminile di solidarietà e mutuo aiuto che esisteva.

Ma davvero questa è libertà? Non avere nessuno che ti aiuta o ti consiglia nelle faccende domestiche e nell'allevamento dei figli? Essere costretta ad abbandonare i bambini in un asilo nido a pagamento con sconosciuti quando hanno appena sei mesi? Rubare solo minuscoli ritagli di tempo per dedicarli a ciò che realmente ami? Dover fare un lavoro spiacevole e competitivo per campare? Davvero la gestione allargata di una casa, di un giardino, della famiglia, era così male?

La chiusura degli individui in singole casette isolate da tutto il resto non può essere considerato un miglioramento rispetto al passato.

Si può provare a pensare a modi alternativi e meno soffocanti di vivere con gli altri per aiutarsi; se tutti lavoriamo un po' di meno possiamo avere tempo per autoprodurre molte cose che ci servono e farle con gioia insieme e per i nostri simili!

Non avremmo più bisogno di vendere tutto il nostro tempo ad aziende e multinazionali e quindi basterebbero meno soldi.




La vera libertà le donne l'avranno solo quando riusciranno ad esprimere la propria femminilità senza per questo dover assomigliare agli uomini


Il tessuto sociale, tanto prezioso da sempre per tutti e soprattutto per le donne e i bambini, e' stato completamente smantellato ed in cambio abbiamo avuto un contentino di finta indipendenza (dipendiamo dal mercato!) e di beni materiali per la maggior parte inutili e inquinanti.E c’è un’altra cosa terribile che è stata fatta alle donne: convincerle che per avere posto nella società debbano dimostrare di essere brave quanto gli uomini e così diventare simili a loro, senza dare nessun riconoscimento alle loro specificità intrinseche. L’alternativa è quella di rinunciare all’ autorealizzazione o all’ indipendenza.

La vera libertà le donne l'avranno solo quando riusciranno ad esprimere la propria femminilità senza per questo dover assomigliare agli uomini; quando avranno modo di dedicarsi ai loro figli, alle persone care, ai loro interessi e attività senza per questo dipendere ed essere ricattate da nessuno; quando potranno esprimere se stesse nella loro vera natura, sostenute da una comunità solidale di donne e uomini che comprende l'importanza del compito sublime che madre natura ha dato loro e delle bellissime qualità connesse con l’essere donna.

Sono convinta che sia l’unione di individui diversi a fare la forza, e non l’omologazione di essi.

Allora perché non iniziamo noi, singoli individui sperduti, a costruirci il nostro tessuto sociale, la nostra famiglia allargata (riveduta e corretta!)? Con parenti, amici, vicini di casa? Spezziamo questa solitudine e proviamo a fare qualcosa per gli altri e ad accettare ciò che ci daranno in dono.

Costituiamo dei Gas, mettiamo a disposizione il nostro tempo libero per prenderci cura di nonni, bambini, orti, cibo, fonti energetiche e qualsiasi altra cosa sappiamo ancora fare o impareremo a fare!

Avremmo tutti meno bisogno di acquistare molte cose e potremmo lavorare sempre di meno ed ecco così che ritroveremmo il tempo per vivere che ci e' stato sottratto… e forse anche una nuova dignità!


venerdì 9 ottobre 2009

scusa che leggi?

ieri ho fatto una tappa libreria, volevo comprare un libro ("Io non soffro per amore" della Extebarria) da regalare ad un'amica, il libro non c'era, l'ho ordinato e poi... poi ne ho comprati altri 3!!!


in primis ho preso un libro, sempre della Extebarria, per me, che m'incuriosiva: "Amore, Prozac ed altre curiosità",


poi mi sono messa a cercare i Wu Ming, un amico me ne ha segnalati un paio, ovviamente ho preso quello che mi ricordavo: "Asce di guerra" - nb mi ricordate l'altro libro? ieri non mi ricordavo il nome scelto all'epoca dal gruppo, e non mi andava tornare al banco informazioni, mi servirà un promemoria per ricordarmelo, ed eccolo qui: Luther Blisset "Q."


poi...beh poi l'occhio è caduto sulle offerte ed ho preso "un alieno a Vanity Fair", di cui attualmente ho rimosso l'autore....


ho così lasciato un po' di soldini a feltrinelli...vabbè, un libro è sempre un buon acquisto, o quasi... :p


rientrando a casa in tarda serata, ero stata a cena da un'amica, ho tirato fuori l'ultimo libro e, cuffie nelle orecchie, mi sono immersa nel mio mondo tra musica e carta...


...quando, ad una fermata, mi si siede un tizio dalla lunga chioma fluente accanto, dopo 3 sec. mi chiede qualcosa che io, immersa, non sento...




  • io (togliendo la cuffia): prego?



  • "belli capelli": scusa mi fai vedere il titolo di quello che stai leggendo?



  • io (girando il libro):...ah, sì... un alieno a Vanity Fair (rinfilandomi la cuffia)



è sceso alla fermata dopo, mi è rimasta la curiosità della faccia che avrebbe fatto sentendo i titoli degli altri libri che avevo tra busta e borsa (in borsa il libro: "felici come mosche in un paese di stitici" regalo di Igor)...del resto sono una ragazza "eclettica" che legge tutto quello che ha a portata di mano e non resiste ad un libro nuovo, all'idea di sfogliarlo, annusarne le pagine...


insomma una feticista!!!

mercoledì 7 ottobre 2009

un grave incidente è occorso allo Sci-Phone nel corso della giornaliera ricarica notturna, stamattina non si riaccendeva... attendiamo il parere dei "medici" per sapere le cause del decesso...


...peccato mi mancherà doverlo decifrare...




martedì 6 ottobre 2009

smulpaj

ottobre, scendono le temperature, si può accendere il forno...ed allora torno con una "rubrica" acclamatissima dalle masse...cioè dalle mie masse grasse, e torno con una ricetta che ha conquistato Igor (una delle innumerevoli....seeee me piacerebbe!!)
in realtà una ragazza che riesce a prendere il suo Lui per la gola ed a stringere forte forte forte...ehm no, non è quello... insomma in teoria si vorrebbe che, una volta che l'hai preso per la gola, non si dovrebbero svelare i propri trucchi, ma si sa a me piace un Lui che se la sappia cavare anche tra i fornelli, quindi ben venga che anche Igor sappia...

lo smulpaj è tra i dolci più fatti in Svezia, nonchè tra i più semplici, lo sconsiglio, come sconsiglierei la stragrande maggioranza dei dolci svedesi, a chi è a dieta... non potrebbero apprezzare appieno!!

Ricetta per 4-6 persone

ingredienti:
- 125 g di burro (o margarina)
- 3 dl di farina
- 1 dl di zucchero
- cannella
- 3-4 dl di mele a fettine o a dadini

Mettete il forno a 200-225°. Mescolate la farina e lo zucchero in una terrina, tagliate il burro a pezzetti e lavorate con le dita fino ad ottenere un composto granuloso. imburrate una teglia e metteteci la mela a fettine, spolverate con cannella ed un po' di zucchero e poi "sbriciolate" il composto sopra il tutto e lasciate in forno per circa 20' (quando sarà pronta ve ne accorgerete)

questa torta ha numerose varianti, al posto della mela si possono mettere:
- fragole - variante estiva - (sempre 3-4 dl) in quel caso non si mette la cannella ma solo lo zucchero e prima del composto si spolvera un po' di fecola di patate
- rabarbaro fresco (se lo trovate, anzi se ne trovate una pianta me la potreste portare? a Roma non si trova), anche in questo caso niente cannella e ci vanno c.ca 1-2 cucchiai di fecola di patate, il rabarbaro è un po' aspro, mia zia Anja quindi ci mette delle aggiunte come lamponi dal suo giardino o banane, ma basta aggiungere un po' più di zucchero...
ad ogni modo  questa ricetta si presta a molte varianti con la frutta, basta provare!!!

di accompagno a questo dolce a cucchiaio si fa la vaniljsås che altro non è che la salsa alla vaniglia, di seguito la ricetta per 4 persone:

- 1 uovo
- 3 cucchiai di zucchero
- 15 g di burro
- 2 cucchiai di fecola di patate
- 5 dl di latte
- 3 cucchiaini di vaniglia in polvere o zucchero vanigliato

mettete tutti gli ingredienti tranne la vaniglia assieme in un pentolino, fate bollire mentre sbattete fino a quando la salsa si è addensata un po' ed alla fine aggiungete la vaniglia (continuando a sbattere) e mettete a raffreddare la salsa

smacklig paj!!!
 

lunedì 5 ottobre 2009

mamma li cinesi!!!

I cinesi ci hanno copiato proprio in tutto, o quasi, spesso al tiggì (soprattutto in periodi in cui le notizie scarseggiano) non si sente parlare d’altro che dei sequestri di roba contraffatta proveniente dalla Cina, in genere si parla di borse e capi firmati, nei periodi più “intensi” si  parla di cibo, quasi mai (io direi mai, ma ‘un si sa mai…) di tecnologia…


Il mio capo a metà settembre è stato a Shanghai, è tornato portando alla mia collega (la quale gliene aveva fatto richiesta) uno Sci-Phone… e che cos’è uno Sci-Phone??


Non ci arrivate?


Proprio no?


Sci-Phone? I-Phone? Non è evidente? E vabbè ma tutto io vi devo dire?


Ebbene sì, le ha portato una bellissima riproduzione in bianco di un I-Phone, uno Sci-Phone, ovviamente non così multifunzionale rispetto all’originale, ma fa, comunque, la sua (s)porca figura all’occhio del non esperto!! Dopo i primi due giorni di panico, la mia collega non è proprio pratica di tecnologia (anche se copiata) dell’ultima ora è persino riuscita ad incastrare la scheda del telefonino aziendale nell’aggeggio, io ero già pronta a smontarlo con cacciavitini da orologiaio ma il capo è riuscito (strano a dirsi vista la sua abilità manuale assente) a sbloccarla con un’attache…


Ad ogni modo, dopo i primi approcci un po’ ansiosi, la parte divertente è stata la scoperta  della traduzione delle parole dal cinese e/o dall’inglese…


Già precedentemente ho espresso il mio “amore” per il traduttore automatico di google, qui lo ribadisco,lo trovo un ottimo affare per farsi grosse risate, pessimo invece in caso di necessità di comunicare/tradurre qualcosa di importante.


Di seguito un mini elenco di alcune delle parole o frasi che ho potuto copiare:


-          Ciarlare = chattare (ce può stà, concediamoglielo)


-          Ha trasmetteto il messaggio = al di là della più banale correzione grammaticale, chi ci potrebbe arrivare che è la cartella “messaggi inviati”??


-          Ricevere il Modo = boh?? Che modo? (“Ma che modi sono????!!!”)


-          Ha leggeto il messaggio = messaggi ricevuti, quindi letti o meglio leggeti…


-          Incanalare il Impostazionio = non ne ho la più pallida idea…


-          [Ogni volta che si fa qualcosa (a meno che dio non dover fare altro di più “complicato”) il cellulare ti scrive] in basso a sinistra: “va bene” = ok/opzioni  in basso a destra “dietro” =esci


Agli sms:


-          Sagoma = modello di messaggio, quindi i messaggi già pronti (tu ssì proprio na sagoma!!!)


-          Impostazioni di messaggio = opzioni


-          Master Done = abbiamo finito di scrivere e:


1.       Usare la sagoma


2.       Inviare soltanto


3.       Risparmiare (ti pregooooo abbi pietà di me, risparmiami!!!!) ed inviare


4.       Risparmiare


5.       Inviare a Molto (o a Poco? Sì ma a Quanto?)


6.       Inviare dal Grupo


Testo di Formato:


-          Misura di testo:


1.       Piccolo


2.       Mezzo


3.       Grande


-          Stile di testo:


1.       Audace


2.       Corsivo


3.       Sottolineare


4.       Strike through


-          Organizzazione di telefono


1.       Il tempo (si possono controllare gli elementi? Far piovere?) e Data


2.       Pianificare il inserito/via di potere (“Ho il potere nelle mie mani!!!”)


3.       Lingua


4.       Il tipo di codifica predefinito


5.       Mostrare la Caratteristica (di cosa????)


6.       Testo di saluto (…)


7.       L’Aggiornamento Automayico di data e di temp


8.       Handwriting


-          Organizzazione di reta


-          Organizzazione di sicurezza


-          Calendario


o   Opzione


1.       Vedere gli Incarichi (saranno mica gli appuntamenti?)


2.       Add Task


3.       IL salto di datore (già mi vedo a saltare il mio datore di lavoro, il quale mi guarda terrorizzato perché non capisce perché lo faccio!!)


4.       (….)


-          Multimedia


o   Registrazione sano (il cellulare forse mette a disposizione un registratore malato di febbre suina, ma non sono riuscita a scovarlo, peccato! Avrei saputo come sfruttarlo!!)


Tutti gli errori qui sopra non sono miei (phew…per fortuna!!) ma copiati dal cellulare…


Ovviamente non ho potuto copiare tutto il cellulare, perché non potevo sequestrarglielo per un’intera giornata, questo è quanto ho copiato in ½ ora di smanettamento, mio malgrado non sono molto pratica di nessuno dei due (originale e copia), ma mi riprometto di studiarmi la copia!!!