lunedì 21 febbraio 2011


non sono una feticista dell'ultimo telefonino con l'ultima app-licazione (e chiamiamole col loro nome una volta tanto!!!) ma ormai mi pare di essere circondata, vedo amici con la mela, altri con il ribes nero (cosa non ci s'inventa per non dire le marche!!!) e via discorrendo...

per mia fortuna neanche Igor è un feticista, però se lo coinvolgono su una conversazione in merito si difende più che bene... sa che sistema operativo è caricato sopra e cose del genere che a me paiono ostrogote!!!

così domenica ho assistito ad un dibattito tra un fan del ribes nero, un fan dell'androide... ed Igor...

l'analisi finale è stata questa:
non so voi... ma io mi tengo il mio "vecchio" nokia!!!

venerdì 18 febbraio 2011

questione di...impegno!!!

conversazione realmente accaduta tra Igor e me ieri in macchina - nb dovete sapere he lui mi "titola" presso i suoi amici come sua "moglie"-

A: Amore, ma tu ti senti sposato?
I: No, direi impegnato...
A: E quando ci sposeremo...
I: Beh, è proprio quando uno si sposa che smette di impegnarsi!





aaah behhh... annamo bbene!!!

mercoledì 9 febbraio 2011

l'ultima ruota del carro


essere l'ultima ruota del carro (che poi sono ultima ruota dal 2007...ma quand'è che mi si promuove, che so, a seconda ruota a sinistra??) comporta che mi arrivano, o in un modo o in un altro (chi vuole capire capisca), tutti quei lavori pallosi che nessuno vuole fare, il tutto con mio sommo gaudio .

in questo preciso istante mi trovo a dover sistemare un testo che qualcuno ha voluto definire una ricerca di mercato. il testo in questione è stato "formulato" (=ricopiato) dalla ns consulente per il Brasile (la quale, notate bene, è stata pagata per farlo). il testo andrà presentato all'interno di un progetto ancora più ampio, quindi è importante che sia a posto. in sè, è un lavoro che chiunque abbia scritto una tesi sa fare, ma anche chiunque abbia mai aperto word...

al di là che il copiato si vede già solo dall'assenza di unitarietà nella "grafica" del testo, e che si nota una traduzione piuttosto coi piedi, ma se mi trovo davanti alla seguente dicitura:



AscoltaTrascrizione fonetica
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che devo pensare??

mi vien voglia di lasciare una buona parte di queste "sviste".... ma so che alla fine sarà mia responsabilità se vien fuori qualcosa...

venerdì 4 febbraio 2011

ho sognato


Ho sognato mia nonna stanotte, non mi capita spesso di ricordare i sogni che faccio...

Beh, nel sogno eravamo lei, Igor ed io… lì a Monte Mario, in casa dei miei. ed io sapevo che dovevamo stare la notte con lei, fare la notte insomma, che mia madre non ci sarebbe stata e che la responsabilità sarebbe stata mia.


Cosa strana è che lei era fisicamente attiva (non come adesso che non si muove quasi più), con la testa, però, ci stava e non ci stava, cioè lucida ma testarda come una bambina. Il che forse è anche più doloroso…

Quindi io decidevo che doveva dormire nel lettone dei miei, perché non me la sentivo di farla dormire in uno dei letti alti, il mio o quello di mia sorella. Mi organizzavo con tutto, e lei iniziava a fare i capricci!! Per cosa? Perché voleva un libro che mia sorella ed io avevamo da bambine "c'era una donna bella come il sole"!!! Ed io lo cercavo e non lo trovavo, una disperazione, cercando nel frattempo di convincerla a prendere altri libri…

Alla fine neanche il lettone andava bene, spossata la mettevo a dormire su una brandina accanto al lettone, dove invece avrei dormito io, e le mettevo le lenzuola dei puffi, che ho da quando ho sei anni e che sono le mie lenzuola preferite da bambina…

Alla fine mi sono svegliata spossata e stanca

 



Chissà mai che avrà voluto dire questo sogno…

 



 

giovedì 3 febbraio 2011

Le altre donne


Le altre donne
di Concita De Gregorio 

Esistono anche altre donne. Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo».
 
Osservo le ragazze che entrano ed escono dalla Questura, in questi giorni: portano borse firmate grandi come valige, scarpe di Manolo Blanick, occhiali giganti che costano quanto un appartamento in affitto. È per avere questo che passano le notti travestite da infermiere a fingere di fare iniezioni e farsele fare da un vecchio miliardario ossessionato dalla sua virilità. E’ perché pensano che avere fortuna sia questo: una valigia di Luis Vuitton al braccio e un autista come Lele Mora. Lo pensano perché questo hanno visto e sentito, questo propone l’esempio al potere, la sua tv e le sue leader, le politiche fatte eleggere per le loro doti di maitresse, le starlette televisive che diventano titolari di ministeri.
Ancora una volta, il baratro non è politico: è culturale. E’ l’assenza di istruzione, di cultura, di consapevolezza, di dignità. L’assenza di un’alternativa altrettanto convincente. E’ questo il danno prodotto dal quindicennio che abbiamo attraversato, è questo il delitto politico compiuto: il vuoto, il volo in caduta libera verso il medioevo catodico, infine l’Italia ridotta a un bordello.
 
Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole come forma di emancipazione dal bisogno e persino come strumento di accesso ai desideri effimeri sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo. Sono due anni che lo faccio, ma oggi è il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete? Davvero pensate di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda? Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché.
 
La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non è lui, siete voi. Quel che il mondo ci domanda è: perché lo votate? Non può essere un’inchiesta della magistratura a decretare la fine del berlusconismo, dobbiamo essere noi. E non può essere la censura dei suoi vizi senili a condannarlo, né l’accertamento dei reati che ha commesso: dei reati lasciate che si occupi la magistratura, i vizi lasciate che restino miserie private.
 
Quel che non possiamo, che non potete consentire è che questo delirio senile di impotenza declinato da un uomo che ha i soldi – e come li ha fatti, a danno di chi, non ve lo domandate mai? - per pagare e per comprare cose e persone, prestazioni e silenzi, isole e leggi, deputati e puttane portate a domicilio come pizze continui ad essere il primo fra gli italiani, il modello, l’esempio, la guida, il padrone.
 
Lo sconcerto, lo sgomento non sono le carte che mostrano – al di là dei reati, oltre i vizi – un potere decadente fatto di una corte bolsa e ottuagenaria di lacchè che lucrano alle spalle del despota malato. Lo sgomento sono i padri, i fratelli che rispondono, alla domanda è sua figlia, sua sorella la fidanzata del presidente: «Magari». Un popolo di mantenuti, che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio perché portino i soldi a casa, magari li portassero. Siete questo, tutti? Non penso, non credo che la maggioranza lo sia. Allora, però, è il momento di dirlo.



domenica 13 febbraio le donne, e gli "amici delle donne", s'incontreranno in varie piazze d'Italia per dire basta... invito quante di quelle e quanti di quelli che ne hanno abbastanza di assistere a certe scene di informarsi per quanto riguarda la propria città presso il sito di Se Non Ora Quando.
 



thank you for listening!!!

martedì 1 febbraio 2011

il Bel Paese

ovvero come le cose non... cambiennno mmmmai!!!

Questo scriveva Gioacchino Belli più di due secoli fa .......... (con testo a fronte)

 
 
Mentre ch'er ber paese se sprofonna    (mentre il bel paese sprofonda)
tra frane, teremoti, innondazzioni            (tra frane, terremoti, inondazioni)
mentre che so' finiti li mijioni                    (mentre sono finiti i milioni)
pe turà un deficì de la Madonna              (per coprire un deficit de….)
 
Mentre scole e musei cadeno a pezzi    (mentre scuole e musei cadono a pezzi)
e  l'atenei nun c'hanno più quadrini          (e gli atenei non hanno più soldi)
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini             (per la ricerca, ed i cervelli più fini)
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi    (vanno in altre nazioni per cercare i mezzi)
 
Mentre li fessi pagheno le tasse               (mentre i fessi pagano le tasse)
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano    (e si ruba e si imbroglia a tutto spiano)
e le pensioni so' sempre ppiù basse        (e le pensioni sono sempre più basse)
Una luce s'è accesa nella notte.                (una luce si è accesa nella notte)
 
Dormi tranquillo popolo itajiano                (dormi tranquillo popolo italiano)
A noi ce sarveranno le mignotte               (a noi ci salveranno le mignotte)

 
Giuseppe Gioachino Belli (Roma, 7 settembre 1791 – Roma, 21 dicembre 1863)
 
 
 
 Altro che corsi e ricorsi storici……..