venerdì 16 maggio 2008

a Short HIstory of Tractors in Ukrainian

dovete sapere che, ogni volta che parto, io ho l'assoluta necessità di comprarmi dei libri, non alla partenza in aeroporto, nooooooooooooooooooooo, assolutamente e rigorosamente nel paese, oppure al ritorno nell'aeroporto del paese visitato, la scorsa estate, tra Inghilterra e Svezia ne ho presi così tanti che la Ryan avrebbe dovuto farmi pagare una tassa libri... ad ogni modo il fato ha voluto che m'imbattessi in questo libro dal titolo un po' bizzarro e dalla copertina molto particolare che (a quanto ho potuto constatare) è, per fortuna, uguale anche in Italia, e che ora vi consiglio:


A Short History of Tractors in Ukrainian di Marina Lewycka



A due anni dalla morte della madre, Vera e Nadezhda si trovano a dover affrontare il matrimonio improvviso, ed improvvido, dell'ottantaquatrenne padre, un ingegniere ucraino emigrato in Inghilterra, con Valentina, una giovane ucraina di 36 anni in cerca di passaporto britannico. Facendo fronte comune contro questa minaccia le due sorelle sono costrette ad accantonare una vita di ostilità; sarà una dura battaglia contro una donna disposta a tutto per raggiungere lo status e la ricchezza occidentale. Ma, nel tentativo di cacciare Valentina, vengono disseppelliti i segreti di famiglia, vengono così scoperti i cinquant'anni più cupi della storia europea, tutto questo le riporta a radici che preferirebbero dimenticare.


E' Nadezhda, la più giovane delle due sorelle, impegnata socialmente e politicamente, con un passato di militanza politica a sinistra, ad avere funzione di voce narrante, e segue un percorso non lineare perchè il suo racconto non solo segue la realtà attuale presentando frammenti di "vita odierna" (la vita del padre e di Valentina, i tentativi delle due sorelle di salvare il padre da una situazione sempre più critica) ma riporta frammenti del libro sulla storia dei trattori, scritto dal padre in ucraino e tradotti da Nadezhda in inglese (da qui il titolo), con sprazzi di storia della famiglia che si vanno ad intersecare con la storia del periodo pre- e post- seconda guerra mondiale (l'avvento del comunismo che sconvolge la famiglia della madre, il campo di concentramento e l'emigrazione in Inghilterra) e che permettono di comprendere meglio l'iter familiare.


Non c'è buonismo in questo libro, ma viene sparso sale sulle ferite, anche se con leggerezza. Eppure si ride,e, gradualmente, ci si appassiona a questa famiglia, arrivando ad amare i suoi membri, il vecchio che ama i trattori su tutti. Si ride nonostante i frequenti momenti di tristezza


Questo è anche un libro sulle identità (nazionali, linguistiche - il vecchio parla un divertente inglese da ucraino - professionali, culturali, di consumo…) e sull’immigrazione come punto di partenza per migliorare la propria condizione, una fuga da una realtà che non piace e che non si riconosce più come propria: la famiglia di Vera e Nadezhda dal comunismo che ha portato via il loro mondo, Valentina da un paese post comunista che non permette più gli agi e non dà speranza; così se il vecchio padre crede di salvarla dal comunismo invece la porta via da un mondo che sta crollando.


l’atmosfera racontata è quella dell'’Inghilterra opulenta (o così appare agli ochi di Valentina), il vecchio ingegnere vive in una casa circondata da orti e con le dispense piene delle conserve fatte dalla moglie, che non sprecava niente, secondo la tradizione della vecchia Ucraina. una tradizione che le due sorelle si contendono, così come si sono sempre contese tutto ciò che riguardava la madre. 


L'uso della lingua - un inglese fluente che viene "sporcato" dall'ucraino - è indicativo dei sentimenti; Nadezhda e Vera parlano un inglese pulito che contrasta con quello del padre e di Valentina ed è una sorta di contrasto "razionalità vs follia (e disperazione)", così Nadezhda, nello scontrarsi con Valentina tira fuori l'inglese dei primi tempi mischiato con l'ucraino un linguaggio che diviene quasi gutturale; così come l'ucraino puro è la lingua della madre, quella dell'affetto, dell'amore, mentre il padre, nel suo rifiuto del passato, ha sempre preferito l'inglese stentato, forse nell'intento di dimenticare.


Il tutto è raccontato in bilico fra ironia, sarcasmo, complicità con il lettore, pietà, compassione; Marina Lewycka narra il tutto con grande leggerezza una storia che in alcuni momenti riporta a noi la terribile vicenda dell’Ucraina degli anni ‘30 e ‘40. Quindi una storia tutt’altro che facile da narrare.


In Italia il libro è pubblicato da Mondadori.



enjoy ur reading!!


1 commento:

  1. mmmh... devo fare un giro in libreria. questo non l'avevo mai notato ma potrebbe essere buono!

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