sabato 17 maggio 2008

reality bites

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=mmbMWVLOMWc&hl=en&color1=0xcc2550&color2=0xe87a9f]


è un po' di tempo che  tra amici e conoscenti coetani gira una "malattia" che pare incurabile: il senso di precarietà e di scoramento, che ci assale tutti...della serie non possiamo permetterci nulla, non siamo in grado di creare un qualcosa di futuro; ma anche una stanchezza generale che porta alcuni a volersi ritirare in pensione o tornare a casa da mamma e papà...uno sfacelo insomma... il mio amico Andrea direbbe che stiamo aspettando il pacco aiuti dala FAO, ed in questo preciso momento l'unico aiuto sembra arrivare solo dai genitori...


così al matrimonio della mia amica, al ricevimento, ci siamo ritrovati a tavola a parlare di mutui impossibili, affitti altrettanto irraggiungibili; si è parlato di appartamenti abbordabili solo perchè così umidi da avere una produzione propria di muffe...alla fine è calata un'atmosfera piuttosto...gloomy...


ho provato a capire com'è che, facendo un esempio, i miei nonni sono riusciti a sposarsi ad un anno dall'inizio della guerra, i miei con mio padre disoccupato ed un solo stipendio di 800.000£ con 600.00£ di mutuo, e tutti senza una lira (all'epoca c'erano quelle), mentre noi, che saremo pure la generazione X (a me personalmente quella x fa un po' paura, sa di negativo), ma sembriamo non in grado di prendere in mano la nostra vita...


...un po' come in "reality bites" - "giovani carini e disoccupati" - giriamo intorno alla vita senza riuscire veramente a prenderne parte..esagerata? forse...


di certo qui, in Italia, non si fa molto "largo ai giovani", anzi...così, giusto per fare un esempio, in politica si viene definiti giovani promettenti quando si hanno 40 e passa anni (non che a quell'età si sia dei matusa, ma...giovani??), dovunque mi giri c'è quella gerontocrazia, un non so che di stagnante che mi fa chiedere "ma quando arriverà il nostro turno per un giro di giostra se questi proprio non vogliono scendere??", e soprattutto vien da chiedersi: "fino a quando i nostri eroi - ehm pardon i nostri genitori riusciranno a sopportarci e supportarci??"...time's running out...


io sono semplicemente stanca del mio balletto del "vorrei ma non posso"...e comincio a chiedermi se non sono troppo viziata, se non ho troppa paura... parlandone con mia madre invece è venuto fuori questo: le generazioni precedenti, la sua ad esempio, avevano fiducia nel futuro, in quello che sarebbe venuto poi...la mia generazione...no...manca la speranza in qualcosa di migliore, quello che vediamo di fronte a noi non solo è poco chiaro ma anche piuttosto grigietto...


maronn...che scoramento...allora aveva ragione Paolo Rossi, era meglio morire da piccoli...


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=1I9Ldq3SfK4&hl=en&color1=0x2b405b&color2=0x6b8ab6]

7 commenti:

  1. Precariato Ai, non senso di precarietà, precariato. non siamo depressi, siamo tristi x il precariato, una generazione fa c'era il posto fisso ora non più. Sfido io senza posto fisso ad avere fiducia nel futuro. L'unica fiducia è che prima o poi si verrà licenziati, ormai il licenziamento è una pratica gestionale.
    Lian

    RispondiElimina
  2. Ai...i tuoi post stanno lentamente diventando seri...mi preoccupo per la tua salute mentale...di folle basto io! Se mi vieni meno anche te è la fine!!
    Passa nel mio blog: ho trovato delle foto bellissime della città che ti costringo a visitare!!
    Dani

    RispondiElimina
  3. E' vero un po' di tutto quello che dite...
    E' vero che siamo stati viziati, e che per realizzare uno stile di vita come quello in cui siamo vissuti sin da piccoli ci vuole del tempo.
    E' vero che abbiamo paura, la paura di diventare gli unici responsabili del nostro destino.
    E' vero che viviamo in un contesto sociale ed economico che ci rende tutto molto complicato: economia poco brillante, società rapace e frustrante, lavoro che assomiglia più a sfruttamento, città in cui le case costano un occhio...

    La generazione da cui nasciamo ha cercato di ottenere per sè (e in teoria anche per noi) il più possibile; ma ha perso il controllo ed è diventata egoista, poco attenta alle conseguenze delle sue azioni, poco attenta alla dimensione umana e familiare. Molti dei nostri genitori non sono così, ma molti dei loro coetanei si.

    Ora tocca a noi: trovare la nostra strada nonostante le difficoltà, assumerci le nostre responsabilità e dare un senso diverso alla vita. Trasmettere ai nostri figli qualcosa di diverso, sperando che come noi facciano anche gli altri...

    Coraggio, anche il peggior temporale finisce.

    Cuggi

    RispondiElimina
  4. Mah, certo che sono sentimenti di grande attualità...il fulcro di tutto secondo me è ancora una volta lo sterco del diablo, il vil denaro...l'uomo si sta chiudendo in un cul de sac in cui più ha e più desidera, ed essendo quelli che più desiderano quelli che più hanno le nuove generazioni che naturalmente dovrebbero soppiantarli vengono frenate. Come contentino ci danno il cellulare, l'ipod, il messéngér e tutti questi cazzabbubboli tecnologici, nel frattempo ce lo mettono al culo perché aumenta la benzina,i beni di primissima necessità ed è quasi impossibile andare a vivere da soli. Il precariato è una piaga ma non basta, non basta a giustificare la mancanza di speranza e di voglia di costruire, non basterebbe nemmeno essere l'ultimo disperato sulla faccia della terra. Io mi sono trovato le mie quattro mura umidicce, scendendo in qualche modo a compromessi, che non so ancora se e quanto a lungo sopporterò, ma è un passo che mi rende felice a)si elimina il superfluo b)ci si mette alla prova c) altro che paura...tocca tirà forì gli zebbedei :D

    P.s
    "Reality bites" ? mmh, era più carino "Singles"...

    RispondiElimina
  5. Il fatto è che, contrariamente al resto dell'Europa, l'Italia è un paese vecchio. Ogni volta che vado in giro per il mondo (non che lo faccia spesso, per carità, ma tant'è) vedo ragazzi e ragazzette giovanissimi che hanno già una carriera avviatissima, o comunque promettente!!
    Siamo noi Italiani ad essere fatti male!!!

    RispondiElimina
  6. @Lian: "senso di precarietà" perchè, se il lavoro ce l'hai ma non ti permette di camparci è quello che provi...non è solo il licenziamento, ma è anche: "come arrivo a fine mese? posso permettermelo?"
    @Dani: seriamente, leggi...puoi capire no? c'è da essere seri...chi lo sa se mi potrò permettere viaggi o altro dopo Lisbona...io sto sempre a contare gli spiccioli...
    @Cuggi: a volte ho la sensazione che non ci permettano di fare qualcosa...è un muro di gomma che ci respinge...

    RispondiElimina
  7. @Jar: oddio...tocca proprio farlo...
    "Singles" non l'ho visto, appena ne ho l'occasione lo farò...
    @Bussys: quando il Cuginastro mi venne a trovare a Stoccolma mi fece notare una cosa: la stragrande maggioranza delle commesse e dei comessi erano molto giovani, e così in molti altri luoghi/posizioni...diciamo che qui s'incoraggiano gli...anziani...
    che tristezza...

    RispondiElimina