A forza di parlarne a distanza con AtaruMoroboshi mi è venuta una voglia di parlarvi di questo posto che per me è...beh...bellobello...
ma siccome sono 'gnorante, mi faccio dare una zampa dalla rete...ecco cosa ha pescato la vostra Caront...a de' noantri...
La Casina delle Civette, immersa tra le palme della California e il cedro dell’Himalaya, fu ideata dall’architetto Jappelli nel 1842 come "Capanna Svizzera" e rispecchiava le funzioni di rifugio solitario e romantico dall’apparenza primitiva e selvaggia, tipico dei giardini all’inglese. Dal 1908 i lavori di ampliamento degli architetti Fasolo e Cambellotti la trasformarono in Casina della Civette divenendo la residenza preferita del principe Torlonia. Il repertorio cui il Fasolo si ispira è quello medievale: serre moresche, torri medievali, cattedrali evocanti il gotico, tetti spioventi, fantasie di gusto orientale. Il tutto arricchito da un repertorio fantasioso e gustoso, costituito da scale, merli, tetti spioventi con tegole di pietra e ceramiche colorate e cortina di mattoni a vista. Il Cambellotti inserisce preziose vetrate con decorazioni naturalistiche. Una cura particolare è stata posta nell’arredo del cupolino ottagonale interamente rivestito di boiseries e stucchi. La Casina delle Civette ha questa denominazione perchè vi ricorrono elementi decorativi ispirati al tema della civetta o altri uccelli notturni quali grifi e pipistrelli.
Nell’edificio, recuperato nella sua integrità dopo una serie di lunghissimi restauri, è oggi ospitato un museo unico nel suo genere sia per la materia trattata sia per la stretta connessione tra i materiali esposti e la struttura stessa della Casina.
La Casina delle Civette infatti è di per sè un museo dell’eclettismo romano, le cui fasi e la cui evoluzione sono visibili nell’affastellarsi delle strutture architettoniche mosse ed articolate, risultato di varie fasi costruttive, dalla metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento.
Le caratteristiche del museo sono le splendide vetrate che decorano le innumerevoli porte, finestre e bow-windows, realizzate in pregiati vetri policromi legati a piombo che accostano raffinate composizioni geometriche e disparati soggetti. Sono state tutte eseguite tra il 1908 ed il 1930 da artisti quali Umberto Bottazzi, Duilio Cambellotti, Vittorio Grassi, Paolo Paschetto, e offrono un campionario unico per capire l’affermarsi e l’evolversi dell’arte della vetrata a Roma in quegli anni.
er completare il panorama di questo tipo di decorazione la Sovraintendenza Comunale ha acquistato sul mercato numerose altre vetrate degli stessi autori e hanno allestito questo caratteristico museo. Tra le vetrate più belle ricordiamo proprio le "Civette" del Cambellotti e "I Pavoni" realizzata dal Bottazzi, esposta alla mostra della vetrata del 1912 e da allora scomparsa e rintracciata ed acquistata di recente da una collezionista privata.
Non molto, rispetto ai miei standard...ed ora, così vedete che non millanto capacità fotografiche fasulle (in realtà sono piuttosto fasulle...ma non lo diciamo troppo in giro!!), beccatevi 'sta foto che ho fatto alla Casina...
ed alcune vetrate (questa volta le foto non sono mie...)
insomma! cosa state aspettando per andarci??? che v'inviti io???
sono di roma e non so ste cose manco io :(
RispondiEliminalian