Prima di iniziare, chi ha riconosciuto la citazione? Non ve ne siete accorti? C’è una citazione nel titolo... proprio niente? Vabbè…lo sapevo…una si sforza per “apparire” acculturata, piena d’interessi…ed invece…niente…mai una volta che mi diate soddisfazione, uffa!!! E allora sapete che vi dico? Io non dico cosa cito!!!
Scherzi a parte, l’IKEA del titolo sta ad indicare la parte svedese in me…perché, da quando questa catena dell’arredamento fai da te a costi contenuti è sbarcata in Italia e, peggio ancora, a Roma, dire “svedese” è associato ad una serie di mobili dai nomi impronunciabili per un italiano…
Ma partiamo con ordine, io sono svedese per parte di padre…e questa è già una cosa particolare, o almeno lo era 28 e 1/2 anni fa quando i miei si sono sposati, di norma le coppie prevedono un italianO ed unA svedese, qui è motsatsen, l’opposto… Ho sempre trovato normale, non degno di nota, questo matrimonio “misto” (oramai i matrimoni misti sono tra arabi ed occidentali, o bianchi e neri…), voglio un bene dell’anima a mio padre, han är den koolaste man kunde få, e non l’accuserei mai del fatto che il suo essere “straniero in terra straniera” mi abbia reso la vita difficile…
…Ciò non toglie che presentarsi col solo mio nome, per non parlare del cognome!!! , mi abbia fatto provare le esperienze più svariate…
In più, molte persone sembrano voler dimenticare il 50% italiano (solo il mio ex- rifiutava la parte svedese), ed il mio protestare “Sono italiana! Romana!” ha portato alcuni a dire: “rifiuta le sue origini” o che ho “piccoli problemi” con il mio sangue vichingo…no, non ci siamo, il mio problema è che io per gli italiani sono “svedese” e per gli svedesi sono “italiana”…in parole povere non ho un’identità…questo mi porta a ribellarmi, ad essere aggressiva verso chi deve assolutamente mettermi un’etichetta (a quanto pare senza non si può vivere…sigh!!)…
…Dimentico spesso che chi mi domanda “ma in Svezia…?” è la prima volta che domanda, ma chi chiede spesso non pensa che invece per me sono 27 anni che chiedono le cose più disparate!!
La prima in assoluto è: “mi/ci dici qualcosa in svedese??”, al di là che ci si sente idioti a parlare da soli, quando dico che non saprei che dire (non mi chiamo Amleto, i monologhi non fanno per me) spesso mi sento dire “dì ‘Ciao! Mi chiamo…’!” (uh…l’inglese scolastico docet “Hi! My name is”…e poi che faccio? Traduco che la penna è sul tavolo, il gatto sotto e la nonna in poltrona?...vabbè sorvoliamo). Ho sviluppato quindi la tendenza a dire cattiverie (se la persona mi è antipatica, obviously), tanto lo svedese non ha suoni duri o percepibili come aggressivi, oppure, se in compagnia di qualcun altro che parla lo svedese, infilo in mezzo al discorso il nome di un presente…senza ovviamente dire niente su quella persona, questa cosa (già solo il mio parlare in svedese) irrita molto, tra l’altro, alcuni dei miei cugini (non mi sembra che il Cuginastro si sia mai lamentato, ma lui, del resto, è un signore).
Ironia della sorte, in tutti questi anni che ha passato in Italia, a mio padre non è mai capitato (o almeno non quanto a me o a mia sorella…chissà perché chiedono a noi “mezzo sangue” e non a lui…mah!) di dover mostrare le sue “capacità” nella lingua natia…gli è capitato una volta che era passato per il mio (vecchio) ufficio per chiedere le chiavi di casa, erano solo 5 minuti che era lì, affacciato alla finestra, a dirmi un paio di cose che gli altri esclamano: “Parlate in svedese???!!!”…dopo a casa ha detto di essersi sentito come un pesce in un acquario, o un animale allo zoo…esposto a tutti… M’è venuto da ridere, lui non è abituato…
I miei colori portano subito la maggior parte delle persone a dire che io sono totalmente svedese; dunque, se Mendel non ha sbagliato, le caratteristiche genetiche come: capelli biondi, carnagione chiara ed occhi verdi (nel mio caso) o azzurri sono recessive, ergo mia madre non dev’essere molto scura… Se ci si guarda, alla mia mom ed a me, si potranno notare molte somiglianze (quindi ho preso dal lato italiano, giusto?) E poi, le mie cugine, italiane, bionde con gli occhi azzurri come vanno considerate? Non tutti gli svedesi sono biondi, e non tutti gli italiani sono mori…no?
Altra cosa su cui mi fanno le domande più bizzarre è: IKEA…al di là del fatto che di grandi aziende svedesi ce ne sono altre (Volvo, Eriksson, Electrolux, Saab, H&M…giusto per citarne alcune), non so se ci si aspetta che tutti gli svedesi passino il loro tempo ad acquistare e montare mobili…le casi svedesi non sono arredate SOLO con mobili ideati dai designer di Ingvar Kamprad (fondatore di IKEA)… le domande quindi sono: “ma sai pronunciare i nomi delle cose?” (si…e, se volete saperlo, spesso sono nomi di persona o indicano la loro funzione finale), “i mobili li sai montare?” (certo…è nel dna, ogni svedese doc che si rispetti nasce con in mano la matitina, il metro e la chiavetta di IKEA…chiedete a mia madre, scherzi a parte non credo che la mia abilità con martello, cacciavite etc. sia dovuta alle mie origini)…e comunque qualsiasi domanda venga in mente su IKEA, che inizia con “ma IKEA…?” o “da IKEA…?”… Quindi, mi rimbocco le maniche e vi dico quello che so… ogni negozio IKEA, in qualsiasi angolino sperduto del mondo sia, somiglia all’altro, uniche differenze: i visitatori, il cibo del ristorante (qui in Italia, o almeno a Roma, si è molto adeguato ai gusti locali…c’è altro oltre alle köttbullar, le polpettine) ed ovviamente la “bottega”, che in Svezia sarebbe superflua… Su (in Svezia) non mi sembra ci sia l’affluenza che ho visto qui in certi giorni, la prima volta che ho messo piede al “negozio” (il primo) di Roma ho avuto uno shock per il caos, le persone che, come cavallette, prendevano, rovistavano, segnavano e lasciavano il tutto in un stato che mi portava a non invidiare chi doveva riordinare alla chiusura…non credo ci sia altro…IKEA mi piace, ma non credo che rappresenti la Svezia in tutto e per tutto, lì ci potete trovare solo una piccola parte…
Le ragazze svedesi ed il sesso, altra domanda che raccoglie un alto gradimento tra i maschietti italioti… Non credo che le ragazze siano più facili (o puttane come ha detto una ragazza che conosco), forse questa nomea deriva dagli anni ’60-’70…quando le ragazze italiane dovevano superare ancora molti tabù, molti dei quali dovuti ad una religione forse un po’ troppo restrittiva… La differenza più sostanziale sta nel fatto che i ragazzi svedesi (i maschietti) sono un po’ passivi (un po’ troppo x i miei gusti) e quindi sono le ragazze a prendere l’iniziativa…ma da qui a dire che sono zoccole… Comunque, ragazzi “all’ascolto”, l’italiano piace, in quanto novità, per l’intraprendenza, sempre che non vi spaventi la loro d’intraprendenza; ma non potete stare ad aspettare che loro facciano la prima mossa…potrebbe non accadere (si rivolgono solo a chi interessa loro, altrimenti non vi si filano…e questo me l’ha fatto notare il Cuginastro in visita a Stoccolma), e soprattutto potrebbe accadere quando sono un po’ alticce (per non dire ubriache fraciche), e, a mio parere, non è propriamente allettante…
Altro aspetto della donna in Svezia che mi ha colpita è, nonostante l’idea di progresso sociale (che in molti aspetti è realtà), che, quando si sposa, “perde” il suo cognome per acquisire quello del marito, a meno che non faccia espressa richiesta di mantenerlo… Parlando con la cugina di mio padre e suo marito quest’estate, ho scoperto che le donne tra i 25 ed i 40 anni hanno cominciato a bere molto perché non reggono alla pressione esercitata dalla società, essere sempre al massimo, rispecchiare un certo tipo di immagine ed uno standard piuttosto alto porta molte di queste donne a cercare sollievo nell’alcol…
Effettivamente non c’è una vera cultura del vino, in linea di massima non si beve durante la settimana (chi lo fa senza un “motivo valido” viene visto, anche se si tratta di solo un bicchiere, come un alkis, un alcolista), ma si beve tantissimo, e solo per bere quantità abnormi, nei fine settimana, senza prestare attenzione a cosa si manda giù (in altre parole se fa schifo o meno). Sempre la cugina di mio padre mi spiegava che, per il fatto che non ama bere, sua figlia si sente rivolgere domande del tipo “ma sei un’ex-alcolista?” “i tuoi hanno avuto problemi con l’alcol?”, molti non riescono a concepire che non le piaccia bere, tutto lì…
Sono cresciuta col mito della scuola svedese, con più libertà per gli studenti, non solo studio ma anche materie come slöjd (falegnameria), cucito, cucina etc. per ambo i sessi, quindi una bambina poteva lavorare il legno ed un ragazzo imparava a cucire, la possibilità di fare sport a scuola (cosa non sempre possibile qui)… E questa tuttora mi pare una cosa fantastica, però, parlando col segretario dell’ambasciatore (che era stato insegnante) ho scoperto che l’insegnante, per rispettare la libertà dello studente non ha nessun potere, e ciò comporta che se ad uno studente (faccio un esempio) non va di studiare l’insegnante non lo potrà obbligare, vi metto l’esempio che mi disse a suo tempo: in Svezia (come in Italia) ci sono molti immigrati e figli di immigrati; i ragazzi a casa parlano la lingua dei genitori e si trovano quindi in difficoltà con lo studio, anche perché a casa non vengono seguiti, e la possibilità che escano dalla scuola dell’obbligo senza saper leggere è molto alta. Per citare qualcosa che ho potuto constatare coi miei occhi, mio cugino (figlio d’italiano e polacca naturalizzata svedese…lui è svedese a tutti gli effetti) ha avuto (fino a che non si è operato) un problema agli occhi che gli rendeva difficile leggere, per cui si rifiutava di leggere. Non fosse stato per i genitori che ogni sera si mettevano vicino a lui e gli davano una mano, probabilmente ora non sarebbe all’università (per non dire che sarebbe stato semi-analfabeta).
Una cosa che mi è sempre piaciuta della mia infanzia, anzi delle mie estati svedesi, era la sensazione di libertà… libertà, tra l’altro, di poter girare a piedi nudi (tuttora, soprattutto se vedo un bel prato verde, amo togliermi le scarpe e liberare i piedi) in casa, e, se possibile, anche fuori… Lo zio sopraccitato vive in un villino bifamiliare poco fuori la città, quindi, a meno che non facessimo una gita nel bosco dietro casa o andassimo al centro commerciale, giravo a piedi nudi (con sommo scorno di mia madre, fan accanita delle pantofole) la maggior parte del tempo… Il non dover stare sempre “al massimo”, il non doversi preoccupare del buco nel calzino; del resto vi devo spiegare che in Svezia, ed in altri paesi nord-europei, è una forma di rispetto togliersi le scarpe quando si entra in casa, anche per non rovinare il parquet…che tra l’altro, d’inverno, è scaldato perché il riscaldamento passa di lì… Ma anche la libertà di potersi fare un bagno al lago, o al mare, perché si ha voglia ed anche se non si ha il costume appresso…mi viene in mente mia mamma che usciva all’alba con un’amica di mio padre per andare a fare ett dopp, un tuffo, nelle acque non sempre calde (anzi spesso gelide) del lago dietro casa di questi amici…
Una differenza tra nord (Svezia) e sud (Italia) dal punto di vista architettonico sono le finestre, in Svezia sono grandi e prive di persiane (o tapparelle, o come le chiamate) - un italiano (il Cuginastro) in Svezia d’estate verrà altamente disturbato dalla luce che penetra dalle veneziane – e sono fatte così per ricevere più luce possibile (“ma và??? davero???” vi sento dire… strano Anonimista e Bussys non credevo aveste un accento romano così forte…); così come in Italia si cerca di, soprattutto in estate, non fare entrare troppa luce e troppo calore in casa, i pavimenti sono, spesso e volentieri, di materiali freddi al tatto; così, mentre la casa svedese è concepita per trattenere il calore, quella italiana è concepita per essere, quanto è più possibile, fresca (ovviamente io parto dalla mia esperienza, probabilmente un po’ più a nord sono più simili a quelle svedesi…)
Per ora non mi viene in mente su cos’altro sproloquiare…prossimamente torneranno a (quasi nulla) grande richiesta: le ricette!!! Emozionati, eh???
qui sotto vi aggiungo l'ultimo video di un gruppo svedese, della serie non ci sono solo gli ABBA!, i The Ark:
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=urCLhm_VBsk]enjoy it!
RispondiEliminaBella sfida, se inserisci la frase nei motori di ricerca più importanti quali google e Alice portano solo al tuo blog... Deduco che l'autrice sia tu..
@Carisma89: della frase? ho parafrasato un titolo, del post...sì, sono io...ho provato ad inserirla (la frase) su google ma non "mi sono trovata"...si vede che non sono così brava...
RispondiEliminaOk sono a posto! mi piace dormire con le finestre senza taparelle fosse per me non le chiuderei mai.
RispondiEliminabè, ma io gli ark li adoro!!! E anche gli abba.... il mio primo cd in assoluto è stato ABBA GOLDdegli abba!!!! ^^
RispondiEliminaMa come ti capisco...
RispondiEliminae comunque ieri mi sa che hai rimorchiato, svedese rimorchiona!!!!
@tip: io, se mi ci abituo lo faccio, un anno fa a Stoccolma dormivo tranquillamente, mentre il Cuginastro stava con la mia fascia x i capelli sugli occhi, tipo condannato...quest'estate ho dormito tutto luglio e tutto agosto finestra spalancata e persiana alzata nella speranza, spesso vana di un po' d'aria...
RispondiElimina@Simsimoncio: mi piacciono entrambi...ma...il mio primo amore/cd sono stati i Queen, Queen Greatest Hits vol II...troppo bello!!
@Dani: ecchenontel'immaginavi??;p scherzi a parte...rimorchiare?? io??? ma va! solo "mostri"...
Come spesse volte ho detto sono allergico ai grandi magazzini.
RispondiEliminaDa piccolo mi persi al Carrefour e da quel momento odio grandi magazzini e francesi
@snksnk: io mi sono persa nel luna park di Copenhagen - Tivoli ...da quel momento non amo le grandi folle...
RispondiEliminaadoro questo tuo posto sulla svezia XD
RispondiElimina@sphee: ti ringrazio per i complimenti al posto sulla Svezia! sono sempre molto graditi!!!
RispondiEliminaMa in realtà... che importanza ha di dove tu sia?... Tu sei tu!... e tanto basta..
RispondiEliminaPerò una cosa mi piacerebbe: ti porterei a fare un giro all'Ikea e ti fare leggere i nomi di tutti i mobili :D
Dai scherzo, non fare quella faccia lì!!
@Seigradi: è vero, io sono io...ma a volte è quello che gli altri mi attribuiscono a pesarmi...
RispondiEliminaguarda il giro da ikea a leggere i nomi l'ho già fatto, ma si bissa pure...;)
jag älskar Sverige och svenskarna... Bello e interessante il tuo post, il mio sogno é vivere in Svezia chissà magari un giorno!!
RispondiEliminastè
Tack så myckert för ditt kommentera i min webb sida. Non hai fatto la rompi, hai ragione ma mi sa tanto che non aggiungerò presto lo svedese perché so dire solo poche cose. :( Come mai vivi a Roma ? preferisci l'italia alla svezia o solo perché i tuoi vivono in Italia.
RispondiEliminaciao Stè
@Sté: lascerei volentieri un altro commento dalle tue parti, ma non si apre la pagina...
RispondiEliminaaaahhh! vedi che avevo dimenticato una domanda/risposta? vivo in Italia, anzi a Roma per svariati motivi: ci sono nata, i miei ci vivono (ma non x questo è un buon motivo x rimanerci, e chi mi conosce sa che io sono sempre in fuga) ma fondamentalmente perchè ho ritmi italiani più che svedesi, quasi spagnoli, in Svezia ci potrei stare x ricaricare le batterie, ma poi ho bisogno del caos della "mia" Roma...ma non per questo io amo di più o di meno uno dei due posti...:)