sta per arrivare la fine dell'anno, un anno è passato ed io forse non mi lecco più tanto le ferite dell'inizio dell'anno, vorrei, in quest'anno che verrà, non dover passare tutto quel tempo in ospedali vari di Roma a trovare le persone a me care... so già che è un'utopia, anche solo per il fatto che mia nonna è rientrata in ospedale giusto l'altro giorno, e che un'altra delle mie zie si dovrà operare...lo ammetto sono stanca, ma rimane quel mio humor nero che mi permette di dire che mi voglio riciclare come arredatrice di ospedali, almeno ho una scusa meno dolorosa per stare lì e finalmente ci sarebbero degli spazi meno tristi. vi rendete conto della differenza che farebbe uno spazio più accogliente per i pazienti ed i loro cari?
per non essere troppo amara in questi ultimi sgoccioli vi racconterò del regalo, graditissimo tra l'altro, che uno dei miei colleghi mi ha fatto, un libro dal titolo: 101COSE DA FARE A ROMA almeno una volta nella vita. in realtà quello che vi sto per raccontare è cosa è successo il 24 mentre rientravo a casa dall'ufficio, ero in treno e stavo leggendo il libro in questione, passa il macchinista, ritornando indietro si ferma alle mie spalle e:
m: ma è il vangelo? io: no (tentata di aggiungere un ma quasi con tanto di gesto della mano, ma mi sono astenuta per timore di offendere un eventuale estremista cattolico)no sono le 101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita... m: e quali sono? io: vediamolo! giro il libro e leggo dal quarto di copertina: Gustarsi il tramonto dalla terrazza di Castel Sant'Angelo M: quello non sempre si può fare... io: Fare il giro dei caffè più buoni della città; direle parolacce nella Basilica di San Clemente M: quello non l'ho mai fatto (ma allora non sei un talebano cattolico!!); io: Conoscere Roma in una mossa sola al Museo Nazionale Romano Crypta Balbi; Rovinarsi il fegato Dar Filettaro M: quelli non sono filetti sai? (lo guardo, occhi spalancati pronta a sentire la spiegazione) sono filetti di baccalà fritto, che sò come le ciliegine una tira l'altra! te credo che te rovini il fegato...ma ne vale la pena!! io (sorrido e continuo l'elenco prendendo nota di andare digiuna di due giorni Dar Filettaro) Mangiare la coda alla vaccinara nel luogo in cui è stata inventata; Fare affari (o prendere fregature) a Porta Portese M: quello s'ha da fà! (...) finisco l'elenchino ed anche il macchinista è entusiasta, si fa mostrare nuovamente il libro e decide di acquistarlo, mi offro di scrivergli il titolo l'autrice e la casa editrice su un foglietto, ma dice che non serve se lo ricorderà!
adesso non mi resta che andare a fare queste 101 cose... speriamo in buona compagnia!!
frammento di dialogo con Dani (guardando una calamita sul suo frigo):
Con la nebbia Sintra vede!
RispondiEliminaTi auguro di vivere senza lasciarti comprare dal denaro, ma un'offerta spontanea non dispiace.
Ti auguro di vivere senza marca, senza etichetta, senza distizione, senza altro nome che quello di un mobile di IKEA: ASPVIK. Ci manca solo che fai l'arredatrice...
Ti auguro di vivere senza rendere nessuno tua vittima, continua a preferire i mezzi pubblici che è meglio.
Ti auguro di vivere senza sospettare o condannare nemmeno a fior di labbra, insomma ti auguro di non essere str**** come me.
Ti auguro di vivere in un mondo dove ognuno abbia il diritto di diventare tuo fratello e farsi tuo prossimo, cioè dove ognuno abbia il diritto di farsi presentare una tua cugina bionda svedese. (scherzo)
E a parte gli scherzi auguro di non dover passare tempo in ospedali a te ma soprattutto a tua nonna e tua zia.
Ti auguro di passarlo come desideri, cioè a prendere fregature a Porta Portese (e non potevo non scrivere qualcosa di cattivo no? :-P ripagata (sia in senso figurato che letterale) da una buona e ricca compagnia.
Forse mi troverai lì a vendere gli strumenti musicali rotti. Ecco perché ti auguro anche "ricca". ricordati del tuo vecchio amico ;-)
Lian Dyer