venerdì 23 aprile 2010

ma che vita è?

Qualche sera fa, dopo la telefonata della buonanotte ad Igor (lui già stava un po' russando) ho fatto un altro piccolo sforzo ed ho aspettato un'altra mezz'ora ed ho chiamato una delle mie innumerevoli cugine...


ho chiamato l'artista di casa (è inutile che io mi ci spacci, per quanto mi posso arabbattare cercando di fare disegni, acquerelli o altro lei è infinitamente più brava di me), volevo chiaccherare un po' con lei...


lo so che è strano aspettare la mezzanotte per parlare con qualcuno, ma alla fine i ritmi di vita che abbiamo (lei più di me) non permettono molto altro


quindi a mezzanotte le chiedevo come andavano le cose, le raccontavo le mie di cose (non si parla di mestruazioni cari i miei maschietti). ed alla fine le chiedevo della sua ultima opera magna (magna per le dimensioni 4m per non so che cosa di tela) che mio padre ha avvistato l'ultima volta che è stato a casa sua, e quindi ero curiosa di sapere di che si trattava...


mi ha detto che è piuttosto frustrata per questo lavoro, perchè non riesce a procedere, non riesce a prestargli e dedicargli il tempo necessario, sempre di corsa tra il lavoro che le dà la (misera) paga, la palestra dove insegna danza del ventre (a dei "boiler" come mi raccontò una volta), alla fine il tempo per quello che sarebbe il suo lavoro ideale e di sogno (ma che non le permette, almeno per ora, di vivere) è troppo risicato...


fine della conversazione, "buonanotte" "buonanotte, ci si sente presto eh?"


e sono lì sul cuscino che mi chiedo: perchè per poter fare qualcosa che mi piace devo rosicchiare il tempo come una disperata? perchè per poter dar spazio ad hobby e passioni (non ho la pretesa di farli diventare qualcosa di più, sono obbiettiva) sembra che io debba aspettare la pensione? e faccio quest'ultima domanda con cognizione di causa, sono stata ad un'uscita con i vari corsi di fotografia riuniti assieme del mio prof. la maggioranza erano persone ormai in pensione...


al di là del mio "pessimismo leopardiano" che mi coglie ogni tanto e mi fa chiedere se mai ci arriverò alla pensione; mi chiedo perchè devo aspettare di vivere di aver lasciato alle mie spalle una buona parte della mia vita? cosa mi rimarrà in mano?


ed allora nei fine settimana mi aggiro per Roma, reflex in mano (ultima passione, lasciati a riposo pennelli e matite), e scatto così tanto che un turista giapponese penserebbe che esagero... mi sento in gabbia e frustrata se non riesco a fare qualcosa, qualunque cosa, per far sì che la domenica sera io possa dire: "però, sono stanca...ma che fine sttimana!!". peccato che spesso al venerdì ci arrivo a tocchetti, magari con il nervoso accumulato da tutta la settimana...


ma allora ditemi: che vita è?????


 


 


 


nb: la tipa in foto sono io, non si tratta di un fotoritocco (tranne per il fatto che la foto è stata un po' raddrizzata)

1 commento:

  1. "che vita è?"Risposta stupida: "vita di merda" come dice il dr. Giolsot al dr. Medici in Drammi medicali 3.Risposta seria: molto meglio di niente (la tua, almeno).Emiliano ex Lian Dyer

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