lunedì 19 gennaio 2009

Lagom

lagom (dal dizionario svedese italiano della Norstedts): adj o. adv giusto, a puntino(...); traduco letteralmente dal monolingue: "ad ogni giusta misura  nè troppo nè troppo poco(...)" anche Wikipediamonamour giunge in soccorso "enough, sufficient, adequate, just right". Lagom viene spesso tradotto come "moderatamente", "in equilibrio", "ottimale", "nella media" e "adatto". Ma se parole come"sufficente" e "nella media" suggeriscono una negatività: scarsezza, sconfitta o quant'altro, lagom ha in sè una caratteristica di perfezione ed appropriatezza. Il tipico (ed archetipo) proverbio svedese  "Lagom är bäst", letteralmente (in inglese) "Lagom is best" "Lagom è meglio" (italiano, ma è meglio in inglese per riprodurre il gioco di parole dovrei usare "è bene"), è tradotto (sempre in inglese) "Enough is as good as a feast" (cfr il dizionario Lexin, traducendo in ita: "Abbastanza è buono come una festa"...OVVOVE!!). Lo stesso proverbio è tradotto così "C'è virtù nella moderazione" nel Prismas Stora Engelska Ordbok (1995). 


Un'unica parola, lagom, o così si dice in giro, descrive le basi della psiche svedese, che consta di uguaglianza e consenso generale/accordo.  Soltanto negli ultimi tempi la Svezia ha sviluppato una maggiore "tolleranza" per il rischio ed il fallimento. Ma, nonostante ciò, è ancora uso comune pensare che sia meglio essere modesti ed evitare gli estremi: è l'idea che per ogni cosa ci sia il quantitativo perfetto, la perfetta, e migliore, quantità di cibo, spazio, risate e tristezza.


ma 'ndo stai andando a parare?? chiederete voi, e qui vi volevo!!


io, nel mio essere bizzarra e strampalata sono la regina degli eccessi, ho un rifiuto del LAGOM in quanto tale, ed allo stesso tempo, vuoi per DNA ,vuoi perchè i miei di base sono piuttosto tranquilli (pur avendo loro almeno una figlia con tendenze un po' squilibrate) e lagomizzati e lagomizzanti; m'inchino pur non volendo, e pur non coscientemente alle sue regole, così spesso mi trovo a trattenere i miei eccessi, per quanto possibile, arrivando a volte al limite dell'esplosione, se non all'esplosione stessa...


a volte, anzi spesso, ho come l'impressione di cercare un equilibrio tra le due culture che vivono in me. assolutamente sempre ho un rifiuto per le etichette appostemi (ed impostemi) come ad indicare che che una "cultura" o una caratteristica (fisica o altro) sia predominante sull'altra... perchè anche questo sono "lagom svenskt" ed "a puntino italiana"


che ci crediate o no


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=nqE8Um9t8CU&hl=it&fs=1]


Vandraren har ingen stans att gå, när han kommit fram till slutet.
Månen färgar alla skuggor blå, han är ensam kvar där ute.
Långt där borta från en enslig gård, lyser värmen ut i natten.
Väcker hungern i hans frusna kropp, som har levt på luft och vatten.

Det gör ont, men gå ändå, du kan alltid vända om.
Det gör ont, men gå ända, du är här och kom hit som en vandrare.

Klockan ringer för en ensam själ, den har lånat röst av döden.
Vill den illa eller vill den väl, när den räknar våra öden.
Sluta tänka det är svårt ändå, du får ta en dag i taget.
Vandraren har ingen stans att gå, om han går vid sista slaget.

Det gör ont, men gå ändå, du kan alltid vända om.
Det gör ont, men gå ända, du är här och kom hit som en vandrare.

Det gör ont, men gå ändå, du kan alltid vända om.
Det gör ont, men gå ända, du är här och kom hit som en vandrare


traduco alla buona:


L'errante non ha nessun posto dove andare, quando è arrivato alla fine.

La luna tinge tutte le ombre di blu, lui è solo lì fuori.

Lontano da un giardino isolato, il calore illumina nella notte.

Sveglia la fame nel suo corpo gelato, che ha vissuto di aria ed acqua.

 

Fa male, ma continua ad andare, puoi sempre tornare indietro.

Fa male, ma continua ad andare, tu sei qui e sei venuto qui come un errante.

 

L’orologio suona per un’anima sola, ha preso in prestito la voce dalla morte.

Che voglia (farci) del bene o del male, quando conta il nostro destino.

Smettere di pensare è comunque difficile, devi prendere un giorno alla volta.

L’errante non ha nessun posto dove andare, se va con l’ultimo rintocco (o battito qui mi sento un po' incerta sulla traduzione).

 

Fa male, ma continua ad andare, puoi sempre tornare indietro.

Fa male, ma continua ad andare, tu sei qui e sei venuto qui come un errante.

 

Fa male, ma continua ad andare, puoi sempre tornare indietro.

Fa male, ma continua ad andare, tu sei qui e sei venuto qui come un errante.

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