no, non mi sposo...ma è quanto ho scritto su fb oggi (ieri cioè) dopo 6 giorni di silenzio...è stato come una sorta di test sociologico, dettato da una sensazione di straniamento sempre più forte
mi rendo sempre più conto di quanto la vita stia diventando virtuale, ci succede un qualche cosa ed abbiamo la necessità di comunicarlo, giusto, ma lo facciamo su internet... nel corso dei mesi ho letto lo status relazionale di amici cambiare almeno 4 o 5 volte nel corso di una settimana: "single", "in una relazione", "in una relazione aperta", "è complicato", "fidanzato/a"... tutte definizioni che hanno un significato, forse, ma che ai miei occhi ne diventano prive
di certo io dovrei essere l'ultima a poter/dover parlare, io che "vivo" di facebook, che comunico via msn e che ho un blog... mi manca solo myspace e poi ho tutto. ma, mi sono resa conto che, in questi tempi da tutto e subito, è più "facile" mantenere dei rapporti virtuali che non reali, così c'è "l'emozione" iniziale dell'aver ritrovato persone perdute nel tempo, che poi non so in cosa si trasformi, rimane lì...ferma...
la cosa divertente è che tutto oramai si svolge tramite social network, msn, sms, skype... non un contatto (a volte ce ne sono ma sono rari), ci si può lasciare tramite sms, si può dire a qualcuno che non si desidera più vederlo senza doverlo così vedere, preferiamo non affrontare la realtà ma piuttosto filtrarla. ho assistito a battibecchi fra fidanzati che minacciavano di lasciarsi, e poi di riprendersi; c'è chi comunica solo tramite il pc con persone che magari si trovano solo alla distanza di una parete
ed io sono la prima, ho inseguito ed atteso per mesi qualcuno che ha preferito andare avanti, ancora oggi mi rendo conto che in parte ancora l'attendo, ma oramai non so più il perchè... forse per paura di guardare avanti, di rimettermi in gioco? o forse per quella piccola e stupida speranza che mi viene data dal fatto di aver lasciato una porticina virtuale (!!!) aperta? ed ammetto che mi sento stupida a farlo
qualche giorno fa ripensavo alla poesia di Neruda che mi regalò mia zia qualche anno fa, e mi sono resa conto che io mi sono "congelata" in un mondo virtuale perchè la realtà mi sembrava troppo difficile da gestire, speravo di trovare consolazione dalle piccole noie e dai dispiaceri quotidiani tramite un qualcosa che concreto non è...ma alla fine in me è scattato qualcosa che chiedeva se non ci fosse un qualcosa di meglio oltre il virtuale...ed alla fine ha vinto Neruda:
"(...)Muore lentamente chi fa della televisione (o di internet aggiungerei io) il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle 'i'
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.(...)
(...)Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità."
non so se tutto questo discorso suonerà ipocrito...ma è quanto sento... tra qualche ora "annullerò" il matrimonio...
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