mercoledì 13 giugno 2007

L'altro giorno ero in ospedale a fare compagnia a mia mamma - tecnicamente prima ho atteso pazientemente che le si risvegliassero le gambe dall'anestesia (non so perchè mai era così ansiosa a riguardo) e poi le ho prestato la mano per farmela stritolare quando ha iniziato a sentire dolore ed ha deciso che non era carino lamentarsi visto che la sua compagna di letto si lamentava per due...- ed ho ripreso ad osservare e considerare...


...nei primi minuti lì in quella stanza, avevo osservato i miei, che, dopo 29 anni insieme (di cui 28 di matrimonio) e due figlie (non sempre il massimo del divertimento, o una cosa facile da gestire), ancora si vogliono bene, ok ci sono alti e bassi e stupide litigate (come quella di sabato in cui mia madre insisteva tanto perchè mio padre si tagliasse i capelli...), ma...beh...a loro modo dialogano (mia madre il più delle volte dirige) e si rispettano...


...li guardo e penso a come si sono conosciuti, al fatto che non avevano programmato che so...una familiare, dei figli o altro...ma che si sono semplicemente detti "vediamo un po' come va a finire", ed hanno costruito poco alla volta il loro rapporto, senza tanti problemi o paure (anche se suppongo ci siano stati) e...beh...finisco col paragonare tutto questo con quello che vedo e sento intorno a me, e, precisiamo anche io non sono esente da colpe a riguardo, quello che vedo (non avendo io, al momento, una vita sentimentale che così si possa definire) sono miei coetanei (anno più anno meno) che hanno paura...


...paura di che? a volte del futuro, di doversi impegnare, spaventa così tanto il domani che sembrano fuggire dall'oggi; altre volte è paura di rimanere feriti (temo di rientrare in questa categoria), quindi si preferisce chiudere il proprio cuore, evitare ogni sentimento o semplicemente bloccarlo...


...non so perchè, ma me ne parlava un'amica di mia madre qualche settimana fa: si stupiva che i 25enni (ed anche più in su) di oggi tendono ad evitare ogni tipo d'impegno, o a rimandare all'infinito...ne parlava paragonando la sua generazione (quindi sè stessa) a quella dei suoi figli, e non riusciva a capire il perchè...-in sostanza mi ha chiesto pure chi, fra i miei cugini, ha messo su famiglia...ad ora ben pochi, visto che siamo 18 e solo 2 sono sposati con prole...


...certo, si dice tanto in giro che la mancanza di punti certi, vedi lavoro e sicurezza economica, porta a rimandare l'indipendenza da casa, dalla mamma...insomma dal nido...ma, se guardo indietro, questo non ha mai fermato le generazioni prima, non solo i nonni di queste ultime generazioni(i miei materni lo hanno fatto) si sono sposati in tempo di guerra, quindi non solo il lavoro era un po' incerto, ma anche se ci sarebbe stato un giorno dopo non era molto certo; ma anche i genitori (o almeno una parte tra cui i miei) il più delle volte si sposavano quando il lavoro non era una certezza - mio padre, ad esempio, all'epoca non aveva ancora trovato lavoro qui in Italia (a malapena parlava italiano...), le famiglie facevano grandi sacrifici, ma, alla fine, si riusciva a mettere su casa...


...secondo la mia amica Monica è il maschio italico (odierno) a presentare queste caratteristiche (intendo quel vago desiderio di fuga e quella poca voglia di iniziare un rapporto per  paura di doversi impegnare), lei ha convissuto per 6 anni con un italiano, per poi rendersi conto che, nonostante avessero diviso, e dividessero, lo stesso tetto per lui era come una situazione di comodo, in cui delegava a lei ogni incombenza; e confronta con il comportamento "dello straniero" nelle stesse situazioni, adesso convive (per la precisione lo fa da settembre) con un lettone, pare che lui non le abbia mai detto "mah, non so, non ne sono sicuro, non me la sento d'impegnarmi", ma anzi, è stato lui a proporre la convivenza, ed ha gestito lui tutta la parte del trasloco e buona parte di ciò che serviva per iniziare a dividere lo stesso tetto ...


...ma io non voglio ridurre il tutto ad una questione di sessi contrapposti, o di confronto tra diverse nazionalità ed abitudini, una di quelle cose del tipo "gli uomini vengono da Marte le donne da Venere", anche perchè di casi di fugoni al femminile ce ne sono...


...forse è solo questione di momenti, d'incontri e di persone...


...magari ogni reticenza svanisce quando s'incontra la persona giusta, e gradualmente il meccanismo inizia a girare...preferisco pensarla così...sarebbe triste pensare ad una generazione di fifoni e non-committal (non saprei come dirlo in italiano, incapaci a prendere un impegno?)...meglio credere che è solo questione di tempo, e di pazienza...o forse sono io che non sono capace di capire le relazioni...sentimentali e non...


...chissà, magari col tempo...

5 commenti:

  1. chi ha tempo non aspetti tempo...

    io ti auguro di trovare quanto di piu' bello ci sia, che ti randa felice e che ti stimolli a crescere, sempre.

    ciao ailund... giro sto augurio anche a me che ne ho bisogno anche piu' di te.

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  2. Come sta allora la mamma? Tutto bene?
    E comunque io discordo: fosse per me io mi sposerei adesso (vabbè, magari prima mi faccio una doccia...) per dare vita al progetto bimba bionda...

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  3. grazie nick...ricambio sentitamente...non so se ne hai bisogno più o meno di me...ma di sicuro ognuno di noi ha bisogno di crescere, di esplorare, di allargare i propri orizzonti...è che a volte è la pazienza a mancare...:*

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  4. in molti uomini il desiderio di fuga è contrapposto al desiderio di f*ga, ma vogliamo parlare di voi donne? "viviamo alla giornata, carpe diem"...
    non si vince niente, è solo un gioco, ma lui non l'ha capito, e ha mandato email a tutti. Senza contare certi commenti che sono stati pane per i denti di un satirico.
    Ciò premesso, non me ne pò fregà de meno de sto gioco, l'unico scopo era trovare materiale per la mia satira.
    Quindi se vuoi votare, te lo trovi da sola :-) io cmq ho votato te e dani così comparivate in classifica...
    Inoltre hai letto le mie "scuse" a lui?
    Lian

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  5. Ciao AiLund,
    mi colpiscono le tue riflessioni. Non si fa altro che parlare dell'impossibilità dei giovani di sistemarsi, imputando esclusivamente il problema alla precarietà lavorativa. E non è del tutto sbagliato. il concetto di lavoro interinale o a tempo determinato è abbastanza recente qui da noi, un tempo chiunque aveva un posto fisso da qualche parte. Però c'è nell'altro nella mancanza del desiderio di sposarsi, e l'hai centrato proprio tu: l'attesa della persona giusta.
    Prima non ci si sposava sempre con la persona (teoricamente) della propria vita, ma ci si accontentava. L'importante era che ci si volesse bene e che ci si piacesse, era sufficiente.
    Oggi la spasmodica ricerca del partner ideale ha portato l'essere umano ad un destino di solitudine, perché siamo diventati capricciosi e puntigliosi, incapaci di accettare quelli che riconosciamo negli altri come difetti, intolleranti a coloro che non ci assomigliano. Ci autoghettizziamo nell'ambiente che riteniamo più consono al nostro modo di essere, sicché o troviamo uno/ perfettamente integrato/a con il nostro entourage, oppure restiamo a casa di mamma e papà a giocare con la play, anche perché tanto la corrente elettrica la pagano loro...

    §Tristan§

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