ovvero come le cose non... cambiennno mmmmai!!!
Questo scriveva Gioacchino Belli più di due secoli fa .......... (con testo a fronte)
Mentre ch'er ber paese se sprofonna (mentre il bel paese sprofonda)
tra frane, teremoti, innondazzioni (tra frane, terremoti, inondazioni)
mentre che so' finiti li mijioni (mentre sono finiti i milioni)
pe turà un deficì de la Madonna (per coprire un deficit de….)
Mentre scole e musei cadeno a pezzi (mentre scuole e musei cadono a pezzi)
e l'atenei nun c'hanno più quadrini (e gli atenei non hanno più soldi)
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini (per la ricerca, ed i cervelli più fini)
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi (vanno in altre nazioni per cercare i mezzi)
Mentre li fessi pagheno le tasse (mentre i fessi pagano le tasse)
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano (e si ruba e si imbroglia a tutto spiano)
e le pensioni so' sempre ppiù basse (e le pensioni sono sempre più basse)
Una luce s'è accesa nella notte. (una luce si è accesa nella notte)
Dormi tranquillo popolo itajiano (dormi tranquillo popolo italiano)
A noi ce sarveranno le mignotte (a noi ci salveranno le mignotte)
Giuseppe Gioachino Belli (Roma, 7 settembre 1791 – Roma, 21 dicembre 1863)
Altro che corsi e ricorsi storici……..
è perfetta... te la rubo !
RispondiEliminaperò...ripensandoci, mica c'erano le pensioni, e forse neanche l?italia, quando lo ha scritto...
RispondiEliminaed infatti hai ragione... è un falso... io sono stata ignorante e lo preso per buono...
RispondiEliminae vabbè... ho trovato però una cosa di Trilussa:
LA CECALA D'OGGI ( 1922 )
Una Cecala,che pijava er fresco
all'ombra der grispigno e de l'ortica,
pe' da'la cojonella a 'na Formica
cantò 'sto ritornello romanesco:
- Fiore de pane,
io me la godo, canto e sto benone,
e invece tu fatichi come un cane.
- Eh!da qui ar bel vedé ce corre poco:
- Rispose la Formica -
nun t'hai da crede mica
ch'er sole scotti sempre come er foco!
Amomenti verrà la tramontana:
commare,stacce attenta...-
Quanno venne l'inverno
la Formica se chiuse ne la tana;
ma,ner sentì che la Cecala amica
seguitava a cantà tutta contenta,
uscì fòra e je disse: - Ancora canti?
ancora nu'la pianti?
- Io? - fece la Cecala - manco a dillo:
quer che facevo prima faccio adesso;
mo'ciò l'amante:me mantiè quer Grillo
che 'sto giugno me stava sempre appresso.
Che dichi?l'onestà?Quanto sei cicia!
M'aricordo mi'nonna che diceva:
Chi lavora cià appena una camicia,
e sai chi ce n'ha due?Chi se la leva.
:)
RispondiEliminaNon sei ignorante.. al primo momento anche io c'ero cascata, ma poi mi sono detta La pensione???
in ogni caso di falsi ne girano parecchi ...dicono anchw quella poesia di Neruda, per esempio.
venale non veniale, please.
RispondiElimina@anonimo: prego? dove si fà riferimento a veniale/venale?
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