martedì 1 febbraio 2011

il Bel Paese

ovvero come le cose non... cambiennno mmmmai!!!

Questo scriveva Gioacchino Belli più di due secoli fa .......... (con testo a fronte)

 
 
Mentre ch'er ber paese se sprofonna    (mentre il bel paese sprofonda)
tra frane, teremoti, innondazzioni            (tra frane, terremoti, inondazioni)
mentre che so' finiti li mijioni                    (mentre sono finiti i milioni)
pe turà un deficì de la Madonna              (per coprire un deficit de….)
 
Mentre scole e musei cadeno a pezzi    (mentre scuole e musei cadono a pezzi)
e  l'atenei nun c'hanno più quadrini          (e gli atenei non hanno più soldi)
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini             (per la ricerca, ed i cervelli più fini)
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi    (vanno in altre nazioni per cercare i mezzi)
 
Mentre li fessi pagheno le tasse               (mentre i fessi pagano le tasse)
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano    (e si ruba e si imbroglia a tutto spiano)
e le pensioni so' sempre ppiù basse        (e le pensioni sono sempre più basse)
Una luce s'è accesa nella notte.                (una luce si è accesa nella notte)
 
Dormi tranquillo popolo itajiano                (dormi tranquillo popolo italiano)
A noi ce sarveranno le mignotte               (a noi ci salveranno le mignotte)

 
Giuseppe Gioachino Belli (Roma, 7 settembre 1791 – Roma, 21 dicembre 1863)
 
 
 
 Altro che corsi e ricorsi storici……..

6 commenti:

  1. però...ripensandoci, mica c'erano le pensioni, e forse neanche l?italia, quando lo ha scritto...

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  2. ed infatti hai ragione... è un falso... io sono stata ignorante e lo preso per buono...
    e vabbè... ho trovato però una cosa di Trilussa:

    LA CECALA D'OGGI ( 1922 )

    Una Cecala,che pijava er fresco
    all'ombra der grispigno e de l'ortica,
    pe' da'la cojonella a 'na Formica
    cantò 'sto ritornello romanesco:
    - Fiore de pane,
    io me la godo, canto e sto benone,
    e invece tu fatichi come un cane.
    - Eh!da qui ar bel vedé ce corre poco:
    - Rispose la Formica -
    nun t'hai da crede mica
    ch'er sole scotti sempre come er foco!
    Amomenti verrà la tramontana:
    commare,stacce attenta...-
    Quanno venne l'inverno
    la Formica se chiuse ne la tana;
    ma,ner sentì che la Cecala amica
    seguitava a cantà tutta contenta,
    uscì fòra e je disse: - Ancora canti?
    ancora nu'la pianti?
    - Io? - fece la Cecala - manco a dillo:
    quer che facevo prima faccio adesso;
    mo'ciò l'amante:me mantiè quer Grillo
    che 'sto giugno me stava sempre appresso.
    Che dichi?l'onestà?Quanto sei cicia!
    M'aricordo mi'nonna che diceva:
    Chi lavora cià appena una camicia,
    e sai chi ce n'ha due?Chi se la leva.

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  3. :)
    Non sei ignorante.. al primo momento anche io c'ero cascata, ma poi mi sono detta La pensione???
    in ogni caso di falsi ne girano parecchi ...dicono anchw quella poesia di Neruda, per esempio.

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  4. venale non veniale, please.

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  5. @anonimo: prego? dove si fà riferimento a veniale/venale?

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